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Si è svolta nel pomeriggio la prima conferenza stampa qatariota dell’allenatore della Selección Argentina, Leo Scaloni. Molti i temi trattati. Dalla amichevole di domani contro gli Emirati Arabi Uniti, alla filosofia tattica e mentale necessaria per vincere il mondiale.

Primo mondiale per Scaloni, allenatore più giovane della competizione ma dal carisma e saggezza da veterano. A cuore aperto il Dt ha affrontato i giornalisti nella programmata conferenza, non risparmiando qualche preoccupazione sul breve tempo a disposizione prima dell’esordio mondiale.

CONVOCATORIA. “Abbiamo preparato la lista pensando al meglio per la squadra. Era logico che venisse tralasciato qualche giocatore forte. Per noi era difficile escludere qualcuno, in questi quattro anni abbiamo formato un gruppo e abbiamo un enorme apprezzamento per tutti i giocatori. Potendone chiamare solo 26 giocatori abbiamo optato per i ragazzi qui presenti. Siamo felici”.

LO CELSO. “Abbiamo già giocato senza di lui, anche se a livello calcistico non abbiamo un giocatore come lui. Chi giocherà? Dipenderà molto da cosa cercheremo in ciascuna partita: a volte servirà un interno, altre, un esterno esterno o anche un attaccante. Vedremo“.

MESSI. “Lo vedo come sempre bene, con la voglia di godersi il Mondiale, i compagni, gli allenamenti, la permanenza in questa Copa. Leo mi ha detto che sono molto bravo? Penso che lo dica più per il buon rapporto che abbiamo che per la realtà di quello che sono realmente come allenatore”.

DYBALA. “Non ci sono stati tanti colloqui con lui. Quando gli è capitato l’infortunio gli ho parlato e ho detto quello che pensavo. L’evoluzione è stata favorevole ed eravamo sereni. Nel suo club, il suo allenatore lo ha gestito molto bene, in un modo molto cauto. Quando sono stati in grado di accelerare il processo, è sceso in campo. È una gioia vederlo qui perché lo apprezziamo molto come persona e giocatore, merita questa opportunità dopo le sofferenze dell’infortunio. Siamo contenti”.

Vs. EMIRATI ARABI UNITI. “Per come i giocatori sono arrivati al ritiro (a rilento) c’è della preoccupazione. Fino a ieri sera non avevamo la rosa al completo. Non ci siamo ancora allenati. Ora in allenamento decideremo quale squadra scenderà in campo. Deve essere una squadra che mi dia garanzie soprattutto fisiche. Non rischieremo, non ha senso, dipenderà molto da quello che ci diranno i giocatori, da lì confermeremo la squadra. Sarà la prima volta che faremo la formazione pensando più al futuro che alla partita stessa”.

ALLENAMENTO DIFFERENZIATO.Nicolás Tagliafico si è allenato a parte perché ha giocato l’altro giorno (90′ col Lione) ed era affaticato. Preferiamo che si riposi, ma non ha problemi, in linea di massima sarà a disposizione. Marcos Acuña ha saltato le ultime partite della sua squadra per una botta al polpaccio. Valuteremo in allenamento. Cuti Romero sta facendo abbastanza bene. Nell’allenamento di oggi faremo qualcosa di un po’ più impegnativo pensando a domani. In quel momento sapremo se questi giocatori saranno disponibili. Non rischieremo nessuno, non vogliamo problemi per il futuro”.

PROMESSE. “Nessuna promessa, perché questo è il calcio. È imprevedibile. È un gioco così bello ma a volte così ingiusto, che non vale la pena promettere nulla. Questa generazione ha mantenuto un modo di giocare, continueremo ad averlo. Poi c’è l’avversario e un po’ di fortuna, che è fondamentale per un Mondiale, ma quando finisce si deve tornare a casa vuoti, consapevoli di aver dato tutto sul campo, qualunque sia il risultato”.

DEBUTTO DT. “Siamo un gruppo tecnico giovane. Quando ce l’hanno chiesto abbiamo detto presente, non avevamo dubbi. Devi divertirti e non portare pesi inutili. Se comincio a pensare che sono il più giovane… c’è sempre un DT più giovane e questa volta è toccato a me. Sono felice, felice di essere alla guida di questo grande gruppo. Sono momenti da godere. Certo che è un sogno. L’importante è l’immagine che riusciamo a lasciare”.

ESEMPIO. “Quando giocavo non ero così calmo. Al contrario. Ma ho imparato molto, ho assorbito molto dagli allenatori che ho avuto, da come volevo che mi si parlasse, da come mi piaceva che un allenatore guidasse un gruppo. E sono uno di quelli che pensano che l’allenatore debba essere l’esempio del gruppo e colui che deve essere il leader. Il mio modo di essere è il mio, è spontaneo, e ho imparato che in un allenatore è importante il comportamento sia fuori che dentro il campo”.

CHIAVE DEL SUCCESSO. “Si dice che vincono i Mondiali le squadre che difendono bene. Io dico che lo vincono le squadre intelligenti, prudenti, che sanno quando attaccare, e quando difendere. Raramente lo vince una squadra che travolge, che è costantemente in attacco nel campo avversario. Raramente. Su questo abbiamo le idee chiare e dobbiamo adattarci. L’intelligenza fa parte del calcio”.

PRESSIONI. “Non abbiamo pressioni perché è il calcio. Giocheremo una Coppa del Mondo, siamo consapevoli di ciò che rappresenta per l’Argentina, ma è comunque uno sport. Ecco perché crediamo di dover uscire e giocare nel modo in cui sappiamo giocare. Dopo ci saranno cose imponderabili. L’esempio del 2002 è molto chiaro, l’Argentina era superiore agli avversari ma uscì. Da parte nostra cercheremo di dare il massimo a modo nostro. Poi, può succedere di tutto”.

Un commento su “Scaloni: “Daremo tutto sul campo, qualunque sia il risultato”

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