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Non conosce sosta il calvario per i tifosi del San Lorenzo. Esonerato anche Montero, ottavo tecnico del Ciclón in tre anni.

Ci risiamo: è terminato anche il ciclo Montero. Da qualche giorno l’ex difensore della Juve non è più l’allenatore del San Lorenzo, anche se non è chiaro se si tratti di dimissioni o di esonero -viva la trasparenza-.

Se non avete seguito l’andamento del Ciclón in questo scorcio di stagione vi assicuriamo che l’ora dell’esonero era già scoccata da parecchio. La situazione in classifica parla da sola: il 21° posto su 26 squadre è un risultato inammissibile per uno de “Los cinco grandes” del calcio argentino.

Il gioco intenso, veloce ed offensivo promesso nella conferenza di presentazione del tecnico non si è mai visto dalle parti di Boedo. Dopo alcune partite giocate discretamente e con risultati accettabili (due vittorie e due pareggi nelle prime quattro giornate) è arrivato un catastrofico 4-0 sul campo dell’Unión di Santa Fe che in quel momento giaceva tristemente sul fondo della “tabla de posiciones”. Da lì in poi altre tre sconfitte condite anche dalla polemica separazione con i gemelli Romero. Già all’epoca (fine agosto) sarebbe stato doveroso allontanare sia l’allenatore che il manager Mauro Cetto, ma l’assenza dei tifosi dallo stadio aveva permesso di salvare i rispettivi incarichi in quanto le contestazioni erano rimaste circoscritte solamente ai vari social.

Montero: “Grazie a Dio non c’era il pubblico contro il Patronato”.

La “roboante” vittoria per 3-0 contro il “fortissimo” Patronato aveva dato un po’ di ossigeno a Montero e aveva lasciato spazio alle assurde dichiarazioni di vari senatori dello spogliatoio tra cui Franco Di Santo, che dopo aver segnato un gol su rigore diceva: “Adesso non c’è nessun privilegiato” facendo riferimento alla recente partenza dei due gemelli paraguaiani. Peccato che lui sia uno dei più pagati della rosa e non abbia apportato praticamente niente finora: due gol e una serie di prestazioni imbarazzanti.

Delle restanti otto partite il San Lorenzo ne ha vinta una, pareggiate tre e perse quattro, di cui le ultime tre consecutive, che hanno finalmente posto fine all’agonia della “Monteroneta”. Probabilmente la presenza del pubblico, con le ovvie contestazioni nelle ultime due sconfitte casalinghe è stato un fattore fondamentale nell’allontanamento del DT. Il temporeggiare dei dirigenti era presumibilmente dovuto alle difficoltà economiche che sarebbero state accentuate dal dover pagare lo stipendio a due allenatori contemporaneamente. Si aspettavano forse un passo indietro da parte di Montero, che invece ha continuato a vedere una realtà parallela nella quale “siamo vicini a raggiungere l’obiettivo”. L’unica spiegazione plausibile è che il suo obiettivo fosse quello di arrivare ultimo in classifica.

 

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Ritornando sul discorso del gioco, Montero è passato rapidamente dal 4-2-3-1 ad un più prudente e speculativo 5-3-2 o 5-2-3: il buon vecchio “catenaccio italiano”.

Gli unici giocatori giovani che sono valorizzati durante la sua gestione sono stati Nico Fernandez Mercau (da non confondere con Nico “Uvita” Fernandez), il mediano Siro Rosané ed in parte il trequartista Alexis Sabella. In particolare Mercau ha dimostrato di avere una buona tecnica ed un gran piede tanto che sembra sprecato nella posizione di terzino o quinto a sinistra.

Per il resto il Dt ha sempre fatto ricorso ai senatori (Zapata, Donatti, Peruzzi, Pitton, Torito, Ortigoza, Di Santo e perfino Cerutti) proponendo anche gente impresentabile come Jalil Elias, salvo poi fare marcia indietro e buttare nella mischia tutti i ragazzini dal ritorno negli spalti del pubblico. Il motivo? Ridurre al minimo le contestazioni, sfruttando il fatto che i tifosi non fischierebbero mai un ragazzino. Incredibile ma vero. Complimenti Paolo.


di Loren_Cuervo

calcioargentino.it

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