0 9 minuti 3 anni

“Grande giocatore el Loco, matto da legare. Ma gli voglio un bene dell’anima.” Cholo Simeone.

Grande commozione tra i tifosi e gli amanti del futbol quando l’uruguayo Washington Sebastián Abreu ha deciso di terminare la sua carriera come calciatore professionista a 44 anni. L’attaccante in 27 anni di carriera ha vestito ben 31 maglie diverse, e di fatto, era l’ultimo calciatore in attività che aveva giocato una partita ufficiale contro Maradona.

Molti sono i motivi di cui Abreu rimarrà nella storia del futbol mondiale. Unico, per la sua tecnica come calciatore, per il particolare modo in cui calciava i tiri di rigore, per il suo stranissimo nome e per lo straordinario record Guinness avendo giocato in 31 squadre diverse. E per tutto questo messo insieme.

Il giovane Abreu inizia la sua carriera in 1994 giocando nel Defensor Sporting, una delle squadre più importanti dell’Uruguay. Il suo esordio non poteva essere migliore: in 41 partite, 30 gol e 7 assist. E come accadde spesso, iniziò a catturare l’interesse delle squadre argentine.

Nel 1996, due anni più tardi, Abreu arriva in Argentina con già appiccicato l’apodo di “Loco”. Non tarderà a mostrarlo a tutti dentro e fuori il campo. Nel San Lorenzo, suo primo club nel Paese, dopo un’accettabile prima stagione di ‘adattamento’ di 13 gol in 29 partite, ebbe un secondo semestre (1997) davvero spettacolare: 13 gol in 14 partite.

Ad inizio 1998 le sue gesta diventano famose in Argentina, tanto che attira l’interesse di un club spagnolo: il Deportivo La Coruña. in Spagna però non lo fanno giocare con continuità e lui chiede la cessione nonostante i quattro gol in diciotto partite. El Loco vuole giocare sempre ma non è affatto una priorità di del nuovo tecnico Irureta, da poco allenatore dell’equipo. Decide allora di dare inizio alla sua strana carriera da nomade del gol.

Tra 1998 e 2004 Abreu è ceduto ben otto volte a sei club diversi: Gremio (Brasile), Tecos (Messico), San Lorenzo, Nacional (Uruguay), Cruz Azul (Messico) e América (Messico). In alcune di essi resiste sei mesi, in altre ‘addirittura’ un anno. Ma mai oltre. Abreu è un giocatore atipico, strano e non per niente è soprannominato ‘loco’. Nonostante le prestazioni all’altezza delle aspettative e il buon rendimento, lui ama girovagare per il mondo in cerca di nuovi stimoli.

In questa tappa personale la Seleccion Uruguaya inizia a tenerlo sott’occhio: I 17 gol in 18 partite nel Nacional, e i 21 in 20 partite col Cruz Azul gli valgono la meritata convocazione al mondiale di Corea-Giappone del 2002. Ma la esperienza mundial non è così buona come lui stesso si aspetta: nonostante la presenza nelle tre partite della fase a gironi, la Celeste viene eliminata dalla Coppa. E’ un papelón per la Seleccion.

Nonostante il fracaso mondialista, il Loco continua la sua storia magica, giocando nel Nacional (Uruguay), Dorados (Messico), Monterrey (Messico), San Luis (Messico), Tigres (Messico), River Plate, Beitar Jerusalém (Israele) e Real Sociedad (Spagna).

Anche se la sua media realizzativa si abbassa negli ultimi anni, nella stagione 2009/10 riprende a segnare come un forsennato nelle fila dell’Aris Salonicco (Grecia) e nel Botafogo (Brasile). Queste prestazioni lo fanno entrare nelle grazie dell’allenatore Tabarez che decide di convocarlo all’ultimo giorno per Sudafrica 2010, dopo la sua assenza in Germania 2006. La Copa giocata in Africa farà diventare Abreu una leggenda.

Quando mancano 15 minuti alla fine, Uruguay e Ghana pareggiano 1-1 ai Quarti di Finali. Tabarez decide di fare la sua terza sostituzione, con l’ingresso di Abreu al posto di Edinson Cavani. Il Loco, che fino ad allora non aveva mai sommato un minuto in quella Copa, esordisce facendo il suo ingresso in campo.

La storia poi è conosciuta. Al 89′ ecco il clamoroso rigore per Ghana e l’espulsione di Suarez dopo la parata ‘provvidenziale’ che salva di fatto la Seleccion dall’eliminazione. Asamoah si avvicina, bacia il pallone ma calcia sulla parte alta della traversa. Clamoroso. Si arriva così ai calci di rigore, con l’Uruguay che ne segna i tre primi, ma che sbaglia il quarto. Il Ghana da parte sua segna i due primi ma sbaglia il terzo e quarto. Grande pathos ed enorme pressione per il rigore decisivo. Chi calcia? Suarez e Cavani non ci sono, tocca a Washington Sebastian Abreu.

Abreu sempre “pica” i calci di rigori. Era comune vederlo tirare come Panenka, facendo il ‘cucchiaio’ elegantemente e umiliando il portiere in tutti questi anni di carriera, grazie all’insegnamento di Djalminha, suo grande mentore al Deportivo. Tutto sanno che Abreu può segnare così, anche in quel momento storico per il suo paese. Tutti, tranne forse il portiere del Ghana, che forse non ha visto i filmati del Loco, o che a prescindere, non pensa che in quella situazione particolare possa accadere una pazzia del genere.

Forlán in campo prega, perchè lo conosce bene e spera che non lo faccia, mentre Fonseca, commentatore tecnico per la televisione uruguaiana, predice in diretta l’esecuzione picada. D’altro conto el ‘loco’ si chiama così mica per caso. Abreu realizza uno dei calci di rigori più belli della storia dei mondiali e l’Uruguay arriverà alle semifinali dopo 40 anni di attesa.

Abreu, El Loco giramondo: i rigori folli e l'amore dei tifosi
E’ il 2 luglio 2010. Abreu diventa di colpo famoso in tutto il mondo.

A 32 anni, il Mondiale di Sudafrica è l’ultimo bagliore di magia di un calciatore fantastico, ma che approfittando della ‘buena onda’, disputa due stagioni straordinarie nel Botafogo, vincendo anche la Copa America in Argentina nel 2011. Ma in 2012 ricomincia il suo pelegrinare, riniziando un nuovo giro: Figueirense (Brasile), Rosario Central (Argentina), Nacional, Aucas (Ecuador), Sol de América (Paraguay), Santa Tecla (El Salvador), Bangu (Brasil), Central Español (Uruguay) e Puerto Montt (Chile) sono i suoi nuovi club.

A questa punto della sua storia, ad Abreu forse gli salta qualcosa in mente: diventare il primo giocatore in assoluto a cambiare 26 squadre, entrando così nel Guiness dei primati. L’8 gennaio 2018 ufficialmente abbatte il record quando si unisce all’ Audax Italiano (Chile), suo club numero 26. Ma forse non è il riconoscimento da primato che più gli interessa. Il suo è più un suo bisogno fisico, genetico, cambiare in continuazione camisetas: Magallanes (Chile), Rio Branco (Brasil), Boston River (Uruguay), Athletic Club (Brasil) e Sud América (Uruguay) saranno definitivamente i suoi ultimi club della sua lunghissima carriera.

Bomber di carattere, sanguigno come le fiamme dell’inferno, fuori e dentro alla cancha. Come quella volta quando all’Audax Italiano lancia un tavolino in direzione dei tifosi che lo fischiano, o come quando, in un Portogallo-Uruguay ‘surgela’ la figurina di Cristiano Ronaldo nel frezeer affinchè si raffreddi la vena killer del campione lusitano. Funzionerà.

Il post del loco alla morte del Diego.

L’ultimo giocatore ad aver giocato contro Maradona si diceva. Avvenne nel 1995, quando el Loco all’età di 19 anni gioca con il San Lorenzo un Boca-San Lorenzo alla Bombonera. E’ lui stesso che ricorda l’episodio riportato dal giornale spagnolo As : “Avevo 19 anni. A fine primo tempo mi chiama Maradona con un fischio e mi dice ‘Uruguayo, non ci scambiamo la maglia?’ Immaginate come sono uscito dal campo. L’ho messa dietro a un armadio nello spogliatoio senza che nessuno mi vedesse. Quando è finita la partita ho aspettato che se ne andassero tutti, ma per l’emozione non riuscivo a toccarla. È arrivato Salvador, il magazziniere, che mi ha sorretto mentre la prendevo con un manico di scopa. Per non contaminarla”.

Grande personaggio el Loco Washington Sebastian Abreu. Il suo rititro è una perdita enorme per il mondo del calcio, ma quando una leggenda appende le scarpe al chiodo, rimane stella per sempre.

di Mariano Perusso


calcioargentino.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libertadores