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Nogmaals bedankt (grazie di tutto) Dib… ehm LEO Messi, seduto alla destra del padre; Messi l’uomo che succederà secondo varie profezie al D10s; la iperbolica evoluzione di Messi da coniglio bagnato in Topo Gigio versione villain; il feticcio di Rosario tirato dentro ogni singola parabola che inferisca la Selecciòn quando tocca il pallone; l’uomo senza il quale l’Argentina non può vincere le partite.

Per finire con la stucchevole e ipocrita discussione proprio sulla “trasformazione” di Messi stesso, con relativi partiti di lacchè (hichas, periodistas) a favore o contro. La più meravigliosa tra le laconiche, nostalgiche occupazioni di tutti, il culto della personalità del lìder maximo, la LOVE PARADE che tocca lo zenit con punte blasfeme inerenti una “maradonizzazione” dello stesso…

Avete tutti ragione, è tutto bellissimo (e poi il redento LAUTARO che segnando il proprio rigore pare abbia riscritto la Divina Commedia) ma poco importa, perché poi la realtà racconta altro e, il reale è che TUTTO è un falso problema. Perché quando le partite finiscono a los penales, e hai il Dibu en el arco, e riesci a vincere compensando, otra vez màs, le idiozie nelle scelte, tattiche e di uomini soprattutto, di Scaloni. Non ha senso scrivere di Messi perché sarebbe come vergare della Kalush Orchestra di QATAR 2022.

Quindi guardiamo in faccia la realtà: non esiste nessun altro giocatore che come personalità e prolificità in questa Selecciòn possa essere assimilato a Emiliano Martinez.

Messi bene, Enzo Fernandez e Colo junior anche, ma dietro a turno Otamendi e co. sembrano Lautaro in versione difensori e ad Alvarez oggettivamente più di così, considerato anche il minutaggio non ampissimo ricevuto al City da Guardiola e da Scaloni (o dell’intuizione di Aimar) prima del sessantesimo contro il Messico, non si può chiedere.

Sarà sufficiente per vincere il mondiale? Probabilmente, ma vincere come contro l’Olanda non è proprio il modo migliore di farsi ricordare nei libri di storia.

Perché di partite da vincere ce ne sono ancora due (contro CROAZIA e vincente di FRANCIA/MAROCCO), il livello di difficoltà aumenterà esponenzialmente e soprattutto perchè il vizio di rimettere in corsa le avversarie a partita semi-finita evidentemente non è più un mero episodio casuale; è un problema endemico, un limite di mentalità e personalità che finora è stato mascherato più da quel fenomeno che difende l’arco che dalla maschera di TOPO GIGIO e dai suoi show post gara, che piuttosto che epitomi di grandezza somigliano piuttosto a una sindrome napoleonesca.

Limite, soprattutto umano, non solo di certi giocatori, ma soprattutto di Scaloni (che ne è oltre ogni evidenza il manifesto) che con le sue scelte, de facto, ha rivitalizzato un’Olanda che all’ottantesimo era sotto 0-2 ed era già abbondantemente con la testa sull’aereo di ritorno ad Amsterdam.

E buon per lui e per tutti che il buon LAHOZ (contestatissimo da tutti in casa albiceleste, ma per cosa poi? per i dieci minuti di recupero o perché al 100mo la Selecciòn riesce a incassare un gol che neanche a Hollywood riuscirebbero a pensare?) abbia soprasseduto su vari episodi che avrebbero potuto spostare gli equilibri, nell’alargue soprattutto, perché altrimenti non sarebbero bastate neanche tutte le preghiere e le parabole di chicchessia per giustificare un rovescio della medaglia simile.

E quindi NOGMAALS BEDANKT DIBU, anzi no LEO. E avanti il prossimo, avanti con la Croazia.

AGUANTE ARGENTINA.

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