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Andrada, Zambrano, Rojo, Fabra, Campuzano, Pulpo Gonzalez, Salvio, Pavon, Cardona, Tevez e
Zarate
. Questi sono gli undici di Miguel Angel Russo per iniziare la Libertadores. Peccato che siano
gli indisponibili.

Se l’infermeria dà brutte notizie a Russo il campo, non mostra certamente segnali migliori: l’inizio della Copa de la Liga ha presentato fino a questo momento molti punti interrogativi e qualche risultato che sicuramente a fatto storcere il naso a molti tifosi xeneize. Il bilancio è comunque positivo – quattro vittorie, quattro pareggi e due sconfitte – ma ciò che deve preoccupare i tifosi non sono i risultati bensì la perdita di identità e convinzioni di Russo e di conseguenza di tutta la squadra.

Il Boca pre pandemico era una squadra con pochi dubbi, con dei titolari definiti e con un impianto di gioco che trasponeva in campo la filosofia calcistica del suo allenatore. Nella prima parte di questa Copa de la Liga, Russo ha utilizzato 24 giocatori, variando spesso il modulo, passando dalla difesa a tre per integrare Rojo nel suo sistema di gioco, alla difesa a quattro davanti alla quale sta crescendo vertiginosamente il pibe Alan Varela, spesso affiancato da Capaldo, in continuo miglioramento sopratutto per duttilità e intelligenza tattica.

Ma il problema più grande del Boca è dalla metà campo in sù. Se escludiamo la partita con il Velez, il Boca ha fatto una fatica sovrumana a far segnare i suoi uomini offensivi: il primo gol su azione di un attaccante è del tre aprile quando Tevez ha portato in vantaggio il Boca contro il Defensa y Justicia (partita poi terminata 2-1 per gli xeneize). I continui cambi di sistema difensivo penalizzano il Boca anche per quanto riguarda le reti incassate nella prima parte della Copa de la Liga, i ragazzi di Russo ha subito in queste prime dieci partite di “campionato” undici gol, non riuscendo mai a mantenere le porte della Bombonera serrate.


Il miglior segnale che Russo sta ricevendo arriva dai giovani, che l’allenatore sta impiegando con costanza e fiducia: l’under 23 più presente è il centrocampista centrale Cristian Medina in campo per 578 minuti, invece il più prolifico è Gonzalo Maroni autore di due gol in nemmeno 300 minuti in campo. Tutti aspettano più continuità per Exequiel Zeballos – fin qui in campo appena 59 minuti – ma non è facile che un giocatori così giovane giochi tanto in una squadra che cambia continuamente sistema e principi di gioco.

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I convocati Boca per la trasferta a La Paz: rosa infarcita da pibes della reserva


E arriviamo a questa sera, nella tana delle tigri, il Boca non è stato fortunatissimo nel sorteggio del
girone di Libertadores: pescando Santos, The Strongest e Barcellona di Guayaquil. Se nel caso
del Santos preoccupa il livello tecnico degli avversari, sub-campeones dell’ultima edizione di
Libertadores, per i boliviani il punto forte è da ricercarsi nel fattore ambientale. Come ben saprete la Bolivia è un paese che per la maggior parte è percorso dalle Ande e, come è giusto che sia, il The Strongest, insieme alle altre squadre boliviane trae giovamento da questa situazione particolare: è difficile giocare a La Paz, è difficilissimo vincere. Crespo una volta ha dichiarato che quando si gioca all’Hernando Siles (stadio principale della città) si ha la sensazione che qualcuno ti picchi un tamburo nelle orecchie per 90’ minuti e che siano necessarie molte pause; alcune squadre si portano addirittura le bombole d’ossigeno in panchina.

Il The Strongest non è comunque una squadra scarsa, è ancora imbattuta in campionato dopo quattro partite e ha segnato 14 gol fin qui nella massima serie boliviana; nella prima partita contro il Nacional Potosì ha schierato un undici titolare nel quale il giocatore più “vecchio” era Denilson Espinoza di vent’anni, e poi ha buone individualità come Rudy Cardozo, promessa boliviana mai del tutto esplosa, l’attaccante panamense Rolando Blackburn o il tutto fare tra centrocampo e difesa Diego Wayar.
Se vorrà vincere il Boca dovrà cercare di mantenere basso il ritmo – non si può andare fuori giri a 3000 metri o si rischia di pagarla carissima – e lasciare il pallino del gioco ai padroni di casa, impostando una partita di ripartenze molto congeniale alla filosofia di Russo. Per prendersi la settima bisogna salire quasi fino in cielo e gli xeneizes sono disposti anche a questo.

Vamos Boca por la Copa!

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