6 6 minuti 4 anni

L’Animal López è un gran personaggio. Bomber nato, ha vissuto constantemente la sua carriera tra paradiso e inferno, passando anche per il purgatorio. E ora, con la ripresa del futbol, ha un conto da sistemare.

Luis Lopez, detto più comunemente l’animal del gol è nato a Villa Fiorito e ha imparato a giocare negli stessi potreros di Maradona. Oggi, a 31 anni, finalmente ha trovato la sua casa all’ Atlanta, in cerca della promozione in Primera, con l’obiettivo del centesimo gol in carriera.

Il 29 luglio 1986 Diego Maradona, capitano dell’Argentina in Mexico, alzava la Coppa del Mondo. In quel momento El Diez diveniva l’eroe simbolo dei più poveri, dei meno abbienti. Diego era diventato il giocatore più forte al mondo partendo dalla miseria più assoluta. Tre mesi dopo la consacrazione mundial, a Villa Fiorito nasceva Luis López.

Se mai avete sentito parlare della zona di Villa Fiorito, è stato sicuramente per Maradona. È un posto poverissimo in Lomas de Zamora, nella periferia bonarense (vicino alla città di Buenos Aires), fondato principalmente dai numerosi emigranti italiani e spagnoli. E anche se è diventato un posto “famoso” per Maradona, non è cambiato nulla: è ancora un posto povero e pericoloso per vivere. A Villa Fiorito non si vive, si soppravvive.

Lì è cresciuto Luis López, giocando negli stessi potreros polverosi di Maradona, camminando gli stessi pasillos del Diego. Se sei bravo col pallone è molto probabile che qualche squadra della zona ti noti. Ed è successo anche per l’attaccante López, approdato al Talleres de Remedios de Escalada nella quarta divisione argentina.

La sua trayectoria non è facile. In squadra Luis si infortuna e preferisce mollare tutto dopo che i dirigenti lo abbandonano. Addio al Talleres e al calcio professionista, ma lui continua a giocare con i suoi amici. Un giorno, il padre della sua fidanzata lo chiama, per giocare un torneo amatoriale di dipendenti di una fabbrica di frigoriferi. Manca un giocatore e Lopez può fare da tappabuchi. In quel torneo López fa sfracelli, si distingue, è veramente il migliore di tutti. E per i strani giri della vita a vedere la partita c’è Franco Morrone, un dirigente del Temperley, il club per il cui l’Animal fa il tifo. (Un osservatore in un torneo amatoriale di una fabbrica di frigoriferi !)

Otto mesi dopo, Luis López arriva alla Primera e velocemente comincia a giocare nel Celeste; lascia tutto nel campo, gioca con il sangue, con passione. Un reporter radiofonico lo chiama “El Animal del gol” per la sua particolare ferocia in area di rigore. È comune soprannominare calciatori con nome d’animali, ma lui è generico, l’animal, qualsiasi, non fa differenza. Con il Temperley ottiene la promozione alla B Metropolitana (terza divisione), alla B Nacional (seconda divisione) e sorprendentemente alla Primera Division.

Ma gli dei del futbol all’improvviso gli girano le spalle. E così, inspiegabilmente. nonostante sia una colonna portante della squadra, l’allenatore decide non prenderlo in considerazione. L’Animal non può far altro che accettare la cessione in Colombia per giocare nel Junior Barranquilla, una delle squadre più importanti del Paese cafetero. Sembra però che abbia esaurito il suo credito con la fortuna: all’inizio della stagione di nuovo si infortuna.

Nel calcio colombiano è permesso iscrivere in lista quattro stranieri, ma in campo possono giocare solo tre. In una partita lo staff tecnico si dimentica della regola, Lopez entra, e sotto l’1-2, il Barranquilla pareggia grazie a lui. Alla fine risulterà che l’Animal era il quarto straniero in campo e la partita viene persa a tavolino. Colpa non sua, certo, ma sembra continuare il suo nefasto periodo nero. López ritorna in Argentina sei mesi dopo, gioca fino alla fine della stagione col Temperley ma poi se ne va dall’ascenso.

La nuova tappa si chiama Tristán Suárez, un piccolo club vicino a Ezeiza, l’aeroporto internazionale più importante del Paese. Gioca lì tre anni, realizza 30 gol, ma nel luglio 2019 riceve la chiamata al telefono di Alejandro Orfila, allenatore dell’ Atlanta, appena approdato in serie B dopo quasi dieci anni.

Il suo arrivo è accompagnato da mille dubbi nei tifosi: l’Atlanta si separa da un attaccante di 18 gol e sceglie Luis López. Ma alla prima partita L’Animal risponde alla grande in campo: due gol negli primi 45 minuti. Sei gol nelle prime cinque partite. Nelle 20 partite giocate, prima del coronavirus, realizza 10 gol.

Il suo sogno è arrivare al centesimo gol e vuole segnarlo con l’ Atlanta. Gliene mancano appena cinque, riuscirà ad arrivare a 100 nel Bohemio? Ancora non si sa quando si ricomincerà a giocare e il suo contratto scade a dicembre, basterà?

di Mariano Perusso


calcioargentino.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libertadores