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Otto metri di statua di bronzo, la più imponente al mondo, sportivamente parlando. Doveva essere un giorno indimenticabile, e per certi versi lo è stato, l’inaugurazione dell’enorme effige di Marcelo Gallardo, vincitore della storica Libertadores 2018 contro il Boca Juniors, avvenuta sabato scorso al Más Monumental, ma trasformata in momento di imbarazzo generale quando è calato il velo. Applausi di circonstanza, commozione per l’opera aspettata tre anni -e rinviata due volte-, ma al posto di osservare il particolare della medaglia o l’enorme Copa sopra la testa, lo sguardo di tutti si è soffermato sulle zone genitali del Muñeco, troppo esagerate rispetto alla normale natura umana. La ‘colpa’ dello scandalo sembra da attribuirsi a Carlos Trillo, committente dell’opera, socio vitalicio ed ex candidato alle elezioni presidenziali interne.

“Il dottor Trillo mi ha espressamente detto di esagerare in quella parte. Era un modo per stuzzicare l’occhio ai tifosi”, dichiara la scultrice dell’opera, Mercedes Savall, inevitabilmente ora al centro della bufera. “Quando l’ha vista per la prima volta mi ha detto: lasciala così. Ed io ho obbedito”.

Troppo esagerato, sicuramente, ma forse tale da sembrare di cattivo gusto e volgare. Non è piaciuto alla dirigenza River, nè tantomeno ai tifosi, desiderosi di ricordare el Muñeco solo per i 14 titoli conquistati piuttosto che per un ‘bozzo sproporzionato’ in prossimità degli ‘huevos‘, per molti fuori luogo. Ebbene, il diretto interessato, Carlos Grillo, dopo le valanghe di critiche ricevute nelle ultime ore ha dichiarato che si provvederà a ‘limare’ la parte interessata per renderla ‘umanamente più apprezzabile’.

Doveva essere un evento di festa in casa River per celebrare una volta in più l’allenatore più glorioso di tuttti tempi; si è rivelato invece un clamoroso e inopportuno autogol.

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