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C’è chi dice che il momento esatto in cui è stato vinto el clásico è stato quando in settimana è arrivata l’ordinanza che vietava di introdurre allo stadio bandiere raffiguranti Diego Armando Maradona, motivo di possibili polemiche, secondo l’autorità cittadina, verso gli odiati cugini.

C’è invece chi attribuisce al trionfo la voglia di sfruttare al massimo l’occasione della stracittadina dopo un inizio stagione da dimenticare in Primera.

E c’è chi semplicemente, conferisce il merito alla fruttuosa settimana di preghiera al santo patrono Dieguito, iniziata nella previa e conclusa poche ore prima della partitissima.

CANCHA. E’ però più facile a dirsi che a farsi dato che in campo ci vanno ‘los pibes‘. Escono le squadre dagli spogliatoi e c’è già la prima sorpresa. Qualcuno ha gettato del sale sul cemento del ‘banco visitantes’ e le riserve ospiti si rifiutano di ‘contaminarsi’. Cabala. La partita inizierà con un ritardo di una decina di minuti dopo che l’inserviente spazzerà in fretta e furia il ‘sale portajella’. E forse anche la parte ‘esoterica’ contribuisce e non poco, al ribaltone clamoroso che avverrà di li a poco.

Fischio di inizio e dopo soli 360 secondi l’Estudiantes segna il vantaggio grazie al bomber Boselli, dimenticato dalla difesa all’altezza del dischetto. Increible! E come se non bastasse, dopo mezz’ora l’allenatore del Gimnasia, ChirolaRomero viene allontanato dal campo …per aver scalciato il difensore Godoy in scivolata! Scene assurde si iniziano a vedere da La Plata.

Il Gimnasia è già in confusione. La maggior parte degli undici del Lobo non ha mai sperimentato sul campo la parola Clásico, se non nelle blande esperienze delle giovanili. La formazione dei locales è formata da mezza squadra della Reserva, ragazzini di 18-21 anni provenienti dal vivaio per compensare quelli ‘scappati’ a causa dell’insicurezza dello stipendio a fine mese. Al Gimnasia non vanno troppo bene gli affari e bisogna fare necessariamente di necessità, virtù.

Al contrario, l’Estudiantes si è rinforzato in grande stile per provare a ‘sbancare’ il vecchio sogno chiamato Libertadores, accarezzato l’anno scorso. È rimasto Boselli, è arrivato il gemello Carillo ed è tornato dalla Cremonese, nientemeno, che ‘el ruso’ Ascacibar, già decisivo sette giorni fa contro l’Huracán.

Passano i minuti e sul campo non c’è storia. ‘Ma è un clásico e non si sa mai’, si dice in queste occasioni. Ed è quello che l’allenatore probabilmente avrà cercato di infondere ai giovani ‘lupacchiotti’ all’intervallo. ‘Siamo già in svantaggio e siamo gli sfavoriti, cosa abbiamo ancora da perdere?’

REMUNTADA. Nella ripresa è tutta un’altra storia. Il Gimnasia ci crede fin da subito e costringe i cugini a chiudersi in difesa alla ricerca della ripartenza giusta. La mala raza del neo allenatore Eduardo Domínguez in fatto di derby si farà pesare, ma questa è un’altra storia.

Il talentino Benja Dominguez inizia a fare il bello e cattivo tempo sulla fascia sinistra, ed è proprio da lì che partirà il primo gol della riscossa. Cross al bacio e stacco imperioso del 21enne Alan Lescano che con una frustata di testa manda in rete sul secondo palo. Una rete bellissima, la sua prima rete in carriera, che fa mandare al manicomio gli oltre 35.000 presenti dello Zerillo.

Gli undici del Gimnasia improvvisamente si trasformano. Lottano su ogni pallone e quando non sono in possesso, accorciano e cercano il pressing di squadra. Indiavolati. L’Estudiantes è scosso e va k.o a quattro minuti dal termine, quando il folletto Eric Ramirez è lesto ad anticipare il difensore Romero che in ritardo lo stende. E’ penal! L’arbitro Tello non ha dubbi e concede la massima punizione a una manciata di minuti dalla fine. Esplode la locura total. La popular inizia a tremare per poi di colpo ammutolirsi, quasi in raccoglimento spirituale per l’evento che potrebbe cambiare la storia calcistica di La Plata.

In campo, quelli dell’Estudiantes iniziano a disturbare Tarragona, colui che ha fortemente voluto rimanere in squdra (nonostante offerte importanti), e che si prende la responsabilità del tiro. C’è anche chi cerca di avvicinarsi al dischetto con intenzioni ‘poco ortodosse’, ma viene allontanato in malo modo da ‘los triperos‘.

Un rigore storico, che il bomber trasformerà con una fucilata all’angolino. Un gol che sancisce la vittoria di Davide contro Golia, della volontà e del cuore rispetto ai nomi altisonanti e alle certezze di fine mese. Il Gimnasia vince il clásico di La Plata dopo ben 13 anni di attesa. E’ grande festa al fischio finale, con le bandiere di Maradona che all’improvviso rispuntano tra i tifosi letteralmente in delirio. Il Clásico lo vince la squadra più sfavorita. Com’è giusto che sia.

Tutto è compiuto. Il Gimnasia vince il Clásico con i ragazzini contro la corazzata Estudiantes. Un’altra bella storia da annoverare in archivio, per un futbol argentino, che non smette di far innamorare.

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