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Intervista di ESPN Argentina a Leo Messi, che risponde a cuore aperto. Le critiche, le difficoltà ma anche le gioie e la Copa che più conta. Le emozioni di un campione.

Adesso sì. Messi ha fatto pace con sè stesso. O meglio, la critica argentina si è dovuta finalmente piegare all’evidenza.

Ora che la Copa è arrivata, Leo è diventato un’altra persona. Rilassato, sorridente, burlone in ritiro e addirittura disteso al momento delle interviste. La vittoria nell’ultima Copa America è stato l’antidoto al tanto veleno versato in questi anni di critiche feroci nei confronti del campione rosarino. Leo ora è un’altro, ha fatto pace con sè stesso e stasera, al Monumental, farà pace con i tifosi, mostrando loro il trofeo tanto ambito davanti ai suoi connazionali.

E’ soprattutto un binomio esplosivo ad aver innescato la miccia della pressione mediatica nei confronti del Pulga. E’ ‘colpa’ dell’astinenza per 28 anni a vittorie in competizioni internazionali e la presenza tra proprie fila del miglior giocatore al mondo. Si sprecano paragoni, considerando che stiamo parlando di una Nazionale gloriosa come quella argentina.

Probabilmente, non bastava il record di presenze in assoluto nell’Albiceleste (151); non bastava il record assoluto di presenze in Copa America (54), e forse neanche bastava il record di gol nella Seleccion (34, a un passo dal primato assoluto tra gli equipos sudamericani). No, bisognava portare a casa un trofeo, una copa, un titulo per far pace con mondo argentino.

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“Dopo tanta sofferenza, il poter ‘sollevare’ qualcosa con la Nazionale è stato davvero speciale. C’era una parte del giornalismo che mi trattava come un fallito, che mi criticava perché secondo loro non davo il giusto peso alla camiseta albiceleste.” Questo lo sfogo di Leo per tanti anni difficili. Ma è al 94’ del 11 luglio 2021, quando l’arbitro Tobar decreta l’Argentina campeón de América che probabilmente cambia tutto: “Avevo sognato e lottato così tanto per quel momento, che quando l’arbitro ha fischiato la fine non ho capito bene cosa stesse succedendo.. E lo confesso: mi diverto tantissimo ancora oggi quando mi vedo nelle immagini di quegli attimi, incredulo e paralizzato”.

E poi c’è il gruppo. Nonostante Messi si sa, le possa vincere da solo con una magia, per Leo il gruppo è un fattore fondamentale. “Quello argentino è un gruppo spettacolare. C’era già nella Copa América 2019, ma anche nel 2015 e nel 2014 c’era un gruppo del genere, una squadra di compagni ma soprattutto di amici. La cosa più importante nel fútbol è che si vede solamente quando si vince o si perde, ma non sempre è qualcosa di giusto”.

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Relazioni di rapporti umani, sguardi, stesso pensiero, sudore ed emozioni condivise. La crescita è stata faticosa. Sacrifici e umiliazioni che alla lunga hanno dato i loro frutti: “Sapere che non eravamo i migliori al mondo è stato uno stimolo per noi. Ora non vogliamo fermarci, vogliamo crescere ancora di più come squadra”. E poi, l’importanza del Dt. “Scaloni in tutto questo ha un grande merito. È lui che ha afferrato la Nazionale in un momento difficile, che ci ha creduto e piano piano l’ha costruita. Ha sempre saputo cosa voleva”.

Infine la notte magica, quella tanto desiderata, che cancella di colpo tutte le polemiche: “La vittoria? Tutto quello che ho vinto è stato importante, ma questa è stata la conquista più difficile. Ho vinto tanto e molto velocemente al Barcelona, ma nella Selección tutto è stato ottenuto col sudore.”.

“È una Locura. Ora è bellissimo vedere la camiseta con la patch dei campioni. Fa male ripensare tutto quello che abbiamo vissuto qualche tempo fa (3 finali perse ndr), ma ho la tranquillità di aver realizzato il mio sogno e quello di tutti gli argentini.”

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E infine, la vittoria..in famiglia. “I miei figli cantano le canzoni dell’Argentina e quasi ininterrottamente mi dicono ‘Papà, sei diventato un campione’. Non sai quanto si divertono che siamo diventati campioni. Ciro è piccolissimo e canticchia le canzoni della nazionale. Non sai quanto mi sento felice per questo”. E noi lo siamo per te, campeón. Gracias de todo, Leo querido!

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calcioargentino.it

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