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Altra notte per cuori forti. Il River sbanca non senza qualche patema d’animo il Diego Armando Maradona. Niente da fare invece per Velez e Defensa, che tornano a casa.
Dopo la notte di ieri poteva accadere qualsiasi cosa. Era questa la paura di un River ancora non troppo convincente in difesa e a livello di gioco, considerando le prime due uscite. Certo, è ancora presto a dar giudizi, ma la Libertadores è cinica, non aspetta nessuno, devi stare continuamente sul pezzo. Si toglie dunque un gran peso el Muñeco che sbanca meritatamente la tana del Bicho e approda ai quarti di finale. Con le uscite simultanee di Boca, Racing, Velez e Defensa yJusticia la squadra di Gallardo diventa l’unica rappresentante argentina in Copa Libertadores. E questo dato dovrebbe far riflettere sull’attuale movimento calcistico argentino.
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Velez. Non ce la fa il Fortín che in trasferta a Guayaquil soccombe 3-1 contro il Barcelona e viene eliminato dalla competizione, a fronte anche dello striminzito vantaggio rimediato in casa (1-0). Le sensazioni a fine partita non sono buone. Obbiettivamente il Velez è una buona squadra ma quello che manca ancora è il carattere, la personalità. Il Barcelona fa la sua onestà partita, propositiva e giocando un futbol semplice ma efficace; al contrario del Velez (1 tiro in porta/1 gol), con quella mancanza di lucidità mentale per osare di più anche dopo lo svantaggio a venti minuti dalla fine.
Certo, mancano le stelline Almada e Ortega (Tokyo 2020) ma anche Pellegrino ha le sue colpe. Terminare con i pibes in campo dopo aver sostuito elementi carismatici come Mancuello, Caseres, Janson e Centurion non ha di certo aiutato, facendo storcere il naso a più di qualcuno. Affidare le redini della squadra e della qualificazione a pibes inesperti, forse è questa l’accusa più grande al Dt. Fine di un ciclo? Difficile saperlo, ma occhio al gringo Heinze libero sul mercato: potrebbe essere un ritorno clamoroso in caso di bronca nella secreteria directiva.
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Defensa y Justicia. Serviva un vero miracolo a questo Defensa per riuscire ad avere la meglio di un Flamengo già per metà qualificato, che recuperava per l’occasione tutti i suoi nazionali e trovava il Maracanà con i suoi tifosi. Supremazia rojinegra con il vantaggio di Rodrigo Caio dopo solo 9 minuti, secondo programma. Ma a fine primo tempo a sorpresa ecco il pari siglato da Loaiza, che ridava un filo di ilusion a Beccacece e giocatori. Speranza effimera dato che nella ripresa il Mengao cambiava marcia e iniziava a testa bassa a riprendersi il campo, rendendosi mano a mano sempre più pericoloso. De Arrascaeta e la doppietta di Vitinho ristabilivano le distanze futbolere naturali. Terminava così la corsa continentale per un Halcón, sfortunato nel sorteggio ma sempre ben presente mentalmente, e autore di una buona prima parte di torneo nel girone della morte, non dimentichiamolo.
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River. Risorge dalle ceneri il River che si toglie di dosso un grande peso vincendo nella trasferta complicata a La Paternal. L’Argentinos, per essendo di livello qualitativo inferiore rispetto alla Banda è squadra scomoda e scorbutica, come conferma la buena racha di Milito nei confronti di Gallardo. Vince il River, ma la qualificazione è doppiamente importante per la bontà della scelta del sostituto di Borré. Braian Romero ha la maturità necessaria per giocare a questi livelli e in questa squadra, riuscendo a fare (finora) la differenza. Il primo gol ne è la dimostrazione, quando con una sassata dai 25 metri toglie l’imbarazzo alla squadra di dover segnare in questa cancha a tutti i costi. Il raddoppio poi è una gentilezza di Suarez, con il quale sta instaurando un buon feeling tattico. Missione compiuta dunque nella partita a trabocchetto, ora testa all’Atletico Mineiro. Il Millonario avrà il dovere di vendicare il Boca, dopo le ignobili sentenze Var, tutte ‘sfortunatamente‘ a sfavore dei bosteros. Dovrà essere lucida la Banda, oltre alle accortezze tattiche, a non incappare nelle provocazioni brasiliane, conosciute già abbastanza bene, in questi sette lunghi anni di tour sudamericano agli ordini di Gallardo.
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