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Emergono nuovi elementi inquietanti che fanno luce sulla condizione clinica di Diego Armando Maradona negli ultimi giorni della sua vita. ‘Non è stato assistito adeguatamente’, la conclusione.

Nella giornata di oggi nuova svolta nel processo sulla morte di Diego Armando Maradona. Si è espressa infatti la commissione medica nella causa che vedono coinvolti sette persone del ‘clan’ di Diego: il medico personale Leopoldo Luque, la psichiatra e lo psicologo Agustina CosachovCarlos Díaz; gli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón; il coordinatore medico Nancy Forloni e il caposala Mariano Perroni.

Il comunicato medico è una sentenza: “Probabilmente Maradona se si fosse sottoposto a un ricovero e assistenza dedicata, tenuto anche conto della sua situazione clinica nei giorni precedenti la sua morte, in un centro sanitario adeguato, avrebbe avuto maggiori possibilità di sopravvivenza ” dice il documento. Che poi rincara: “Le azioni dell’équipe sanitaria incaricata di curare Maradona sono state inadeguate, carenti e avventate.”

Dubbi anche sulla dimissione frettolosa voluta dal clan di Diego dopo l’asportazione del coagulo cerebrale in clinica: “Il signor Diego Maradona, almeno da quando è stato ricoverato in IPENSA (nome clinica, ndr), non era in pieno uso delle sue facoltà mentali, né in grado di prendere decisioni sulla sua salute. Considerando il quadro clinico, clinico-psichiatrico e le sue preoccupanti condizioni generali di salute, avrebbe dovuto continuare la sua riabilitazione e il trattamento interdisciplinare in un istituto appropriato”. E’ questa l’accusa diretta soprattutto a Luque e sanitari privati, responsabili della sua salute. E potrebbero cambiare anche le imputazioni in ‘morte colposa’ e ‘omicidio colposo’ se venisse dimostrata la scarsa assistenza e la responsabilità di ogni soggetto in causa.

Ma c’è dell’altro e forse, la parte più grave e dolorosa. L’ora del decesso e il mancato controllo sul suo stato di salute: “Diego ha iniziato ad accusare sintomi di morte almeno 12 ore prima delle 12:30 del 25/11/2020 (ovvero la data dichiarata, ndr). Presentava segni inequivocabili di un periodo di agonia prolungato, quindi concludiamo che il paziente non era adeguatamente controllato dalle 00:30 del giorno 11 / 25/2020 ″. Ovvero, Maradona è stato lasciato al suo destino per 12 lunghe ore, agonizzante.

Infine la sentenza quasi definitiva che inguaia i sopracitati imputati: Furono del tutto ignorati i segni del rischio di morte che presentava il paziente.”

2 commenti su “Maradona poteva essere salvato

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