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Affiorano clamorose intercettazioni audio tra le conversazioni dei componenti dello staff di Diego. Quello che emerge è una totale mancanza di cura e assistenza al Diez. Diego era abbandonato a sè stesso.

Fa male apprendere che certe situazioni sono davvero capitate a un una persona umana. Non tanto al genio del futbol mundial che, probabilmente, poteva e doveva esser accudito con guanti bianchi, per rispetto alle gesta del miglior giocatore della storia del calcio. Dalle intercettazioni affiora un freddo sistema di assistenza al Diego, umanamente inaccettabile e allo solo scopo di mantenerlo in vita per incassare compensi di sponsor e diritti di immagine.

I protagonisti della vicenda sono i soliti noti. Matias Morla, avvocato del Diez e socio del marchio ‘Diego Maradona’; Leopoldo Luque medico personale; Maxi Pomargo, cognato di Luque, mente e factotum della situazione; Nico Taffarel, fisioterapista e Charly Ibáñez, assistente di Diego e cognato di Victor Stinfale, avvocato amico e socio di Morla.

Gli audio in questione si riferiscono alla situazione quotidiana della gestione di Maradona, dal suo ricovero alla clinica Olivos in seguito a una caduta (ma ci arriveremo dopo), fino alla celebrazione del suo 60° compleanno nello stadio del Gimnasia, festeggiato dagli addetti ai lavori e per l’occasione, dalle massime autorità del calcio argentino (presidente Afa, Tapia e Liga, Tinelli).

Entriamo dunque nel terribile mondo di Morla e Luque; uno dei punti più bassi dell’etica professionale e della dignità umana.

Diego Maradona sta per essere dimesso dalla clinica Olivos dopo l’intervento chirugico cerebrale per l’asportazione di un coagulo. Ecco il dialogo telefonico tra Pomargo e il cognato, Dr. Luque.

Pomargo: “Bisogna assolutamente che le figlie non lo portino a casa, bisogna che non vada con loro. E’ fondamentale. Che la dimissione avvenga almeno mercoledì o venerdì, perché così riesco a prendere la casa in affitto (dove poi morì). Mi raccomando, non bisogna che Giannina (figlia) non riesca portarlo via. Mi raccomando. Se va da Gianinna, lo perdiamo “.

Luque: “Ok”.

Pomargo: “Perché il lavoro di tutti dipende da questo. Il lavoro di tante persone dipende da me. Non preoccuparti, se riusciamo a farcela ci sono soldi per tutti”.

Riesce alla perfezione il piano dell’entourage. Diego va con Morla e compagni e lo ‘accasano’ in un’abitazione nel barrio di Tigre, a pochi chilometri a nord della Capital. Ma la pressione della famiglia è molto forte. Lo staff prende allora una decisione, ”coinvolgendo’ in prima persona Maradona.

Morla parla a Diego: “Riguardo al casino che sta succedendo, Giannina sta insinuando che sei prigioniero e sei ubriaco tutto il giorno, come se fossi un burattino. Lo fa perché vuole difendere la madre (Claudia Villafañe, ex moglie di Diego) nei processi. Quindi ho bisogno che tu faccia un video, sulla tua pagina Instagram, in cui dici che non sei prigioniero e che sei lì per tua spontanea volontà. Così, se riesci a fare quel piccolo video li zittiremmo tutti. Dalma (figlia minore di Diego) e Gianinna si stanno comportando male. E sto spiegando agli sponsor che stai bene. Del video non c’è fretta, quando stai bene lo fai così tutto il Paese lo vedrà. Dicono che sei ubriaco tutto il giorno, dicono che stai male quando invece stai bene.”

Diego cade nel tranello e si presta alla realizzazione del video. Morla, invitato in tv, appare stupito del contributo a lui dedicato. In realtà, è tutta una farsa.

FARMACI, ALCOOL E MARIJUANA. Diego, al contrario, è un prigioniero dei suoi vizi, con la complicità di chi lo accudisce e gli sta vicino, che gli allunga alcool, pasticche e marijuana. Questa è la conversazione shock tra il medico Luque e l’avvocato Morla:

Luque: “La prima cosa da fare è tagliargli i rifornimenti, idiota. Questo è il mio suggerimento. Apro il frigorifero e trovo un supermercato cinese per la quantità di alcol che c’è. Mi capisci? Non deve averlo. Non deve avere tutte quelle cose, non so chi lo rifornisce. Deve essere interrotto il rifornimento. Non può avere accesso alle pillole, non so quante pillole ha, boludo. “

Morla: ” L’alcol e la marijuana lì dentro casa non so chi le compra, boludo, non mi dedico a quello, sono un avvocato. Non faccio gli acquisti di casa. E le pillole cosa vuoi che ti dica, non sono neanche un medico. Non so cosa dire. Sono un avvocato. Non sono suo padre, mi capisci? Non so come gestire questa situazione “.

Maradona alla deriva dunque. Individuo copletamente non autosufficiente e ingestibile dalla cricca. Sarebbe servito probabilmente un pò più di dedizione, amore e umanità forse, non tanto per il campione che ha cambiato il futbol mondiale, ma per la persona fragile che è. Ma ormai è tardi. Regna l’anarchia in casa a Tigre, dove ognuno lo gestisce come più gli piace.

Parla il fisioterapista Taffarel: “Te lo dico io, guarda come fa schifo. Si fa due bicchieri di Luigi Bosca (moscato). Il primo lo regge, ma poi svalvola col secondo. E dopo 5 birre Corona è al tappeto. ”

Luque: “Non glielo puoi impedire, se lo mettiamo in una clinica scapperà, non c’è soluzione, non riesco a trovare una soluzione”.

Diego fa abuso di alcool ed è un problema conosciuto anche dai suoi conoscenti. Ecco Mariano Israelit, uno degli amici di Maradona: “L’alcool in casa è stato gestito da Charly (Ibáñez). Senza che glielo chieda, lui gli mette una Corona sul tavolo. Ovviamente, se dai una birra a qualcuno che è tossicodipendente, ci vuole cinque secondi per sbronzarlo.”

Conferma Pomargo in un’altra intercettazione: “Oggi dopo pranzo ha bevuto mezzo bicchiere. Dopo cena, mezzo bicchiere in più. Abbiamo finito di guardare il film, è andato a letto, ha preso le pillole per riposare, ha fumato un pò di erba e si è addormentato. La verità è che è davvero un lord inglese “.

Taffarel: “Il problema è che Charly non è controllato da nessuno. Gli dà le pillole due volte. Se Diego gli dice di dargli quattro pillole rosa e lui gliele dà senza battere ciglio. E’ ubriaco anche Charly.”

Nessuna regola, psicofarmaci a caso, alcool a fiumi e ‘assistenza’ -se così vogliamo definirla- totalmente inadatta. Non è troppo difficile capire come el Diez ci sia rimasto ‘secco’ poche settimane dopo.

Resterebbe da capire come Diego si è procurato quell’ematoma alla testa, poi asportato chirurgicamente. Da una intercettazione audio emerge la verità:

Dr. Luque: “Ieri quando ho parlato con Diego non so fosse più ubriaco tra me e lui. A un certo punto la discussione è degenerata e ci siamo urlati dietro di tutto, come in una rissa da ubriachi. Oggi mi sento davvero giù perché mi sono incazzato, mi sentivo come se lo volessi aiutare mentre lui mi stava insultando. Non ci ho più visto e gli volevo menare esono esploso: “sei un poveraccio, pezzo di cretino, vecchio ciccione inutile, neanche le tue figlie ti parlano, sei poco più di un ragno.”

In quella circostanza Maradona perde l’equilibrio (spinta di Luque?), cade per terra sbattendo la testa, procurandosi un grande ematoma in zona occipitale. Diego verrà poi ricoverato in clinica per l’asportazione.

Luque il giorno dopo: “Oggi l’ho afferrato e gli ho detto, ‘ascoltami, non puoi mescolare quelle cazzate, puoi morire. Tu ne saprai di calcio ma io so di medicina. Se mischi erba, alcol e pillole, muori “.

Follia totale. Come si può pretendere di educare una persona alla deriva, se il suo medico si ubriaca con il paziente in cura?

COMPLEANNO. E arriviamo all’ultima uscita pubblica in occasione del suo 60° compleanno allo Stadio del Bosque di La Plata.

E’ mattina e il Dr. Luque chiama a casa di Diego, parlando con il fisioterapista Taffarel: “Dimmi che può parlare, idiota … Può parlare o no?”

Taffarel: “Sai come si è addormentato ieri? Non poteva nemmeno camminare, talmente ubriaco.. che stupido. Sai che Matias (Pomargo) mi ha rotto i cogl…? In confidenza. Doveva svegliarlo alle 9 del mattino, lui e Víctor sono entrati nella stanza e volevano svegliarlo dopo che ieri sera hanno bevuto di tutto. E’ venuto e ha fatto casino alle 9 del mattino. E’ proprio uno stronzo “.

Luque: “E lui voleva andare? Non devono prenderlo così, che stronzi”

Taffarel: Sai cosa è successo? Matías mi ha detto ‘sei qui per alzarlo?’ E io: “Il ciccione non sta bene … “.

Luque: “Allora annullo tutto e gli dico che non va, punto.”

Taffarel: “Eh, ma oggi è il compleanno, non può stare a casa, deve andare dove è atteso, è il compleanno, lasciagli fare quello che vuole. Allo stadio gli daranno un pezzo di carta, speriamo che riesca a dire due parole di fila. Lascia perdere, è la gloria.”

Anche la sua ex compagna Veronica Ojeda c’era quella mattina a casa sua:

“Aveva scelto l’abito giusto un mese prima, voleva prepararsi al meglio per quel giorno, ma purtroppo, la sera prima non si è regolato. Ma lui si è alzato e ha detto: “Devo andare, Ne ho bisogno per una foto per un giornale'”

Interviene anche Mario Baudry, l’avvocato responsabile del suo allontanamento dalla famiglia: “Diego non voleva andare, ma aveva firmato un contratto da 60.000 dollari per essere presente nel campo del Gimnasia”. Luque si aspettava che Diego facesse qualche palleggio in campo.”

Palleggio? Fu davvero un miracolo che non svenne in campo.

Così, quel giorno.

Covo di serpi e vipere. Questo è l’ambiente in cui Diego ha vissuto le ultime settimane della sua vita. Un totale abbandono per un uomo, totalmente bisognoso di aiuto umano, prima che di quello medico e psichiatrico. A dover di verità, bisognerebbe approfondire anche il rapporto con la sua famiglia, in questi anni di totale abbandono e menefreghismo. E’ in questa situazione che Morla e Luque sono riusciti a prendere il ‘possesso’ della gallina dalle uova d’oro. Ma questa, purtroppo, è un’altra storia.

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