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Si celebrano oggi 10 anni dall’addio al futbol di uno dei simboli più importanti e determinanti della storia del Boca Juniors, Martin Palermo, detto ‘el Loco’.

Goleador instancabile, maggior realizzatore di sempre del Xeneize, il 12 giugno 2011 calcava l’ultima volta il prato di una Bombonera in lacrime per la sua despedida, per quel campeón che tanto aveva contribuito a far diventare il Boca la squadra più forte al mondo.

Palermo passa al Boca dall’Estudiantes a 24 anni dopo che al Pincha aveva fatto vedere di che pasta era fatto. Ma con i bosteros sarà dinamite pura. I numeri saranno impressionanti: con 236 gol diventerà il cannoniere più prolifico del club, segnando con tutte le parti del corpo, legamenti rotti inclusi. Tra club e nazionale arriverà addirittura a toccare i 306 gol in 625 partite, con una media gol complessiva di 0,49 gol, mezzo gol a partita. Bomber.

L’intesa subito sanguínea con un altro fenomeno, Juan Román Riquelme fece letteralmente decollare la prima squadra di Bianchi, portandola nella leggenda e riuscendo a vincere contro il galácticos di Raúl, Figo e Roberto Carlos una copa Intercontinental attesa ben 23 anni. È quello il punto più alto del Titán, altro apodo di Martin, autore della doppietta decisiva grazie agli assist dell’Ultimo Diez. El último Nueve y el último Diez.

Palermo all’apice della sua carriera sbarca in Europa, ma giustamente il suo alter ego ‘El loco’ trova linfa vitale tra sregolatezze e follie. Cioè, non è che il giocatore non si ambienta o non segna, al contrario, non si riesce proprio a regolare. Come quella volta quando, festeggiando un gol col Villarreal fa crollare un muretto di una pubblicità, fratturandosi in maniera scomposta in solo colpo tibia e perone.

Ed ecco è il momento. Martín è arrivato al capolinea della sua grande carriera. Lui piange, i 50.000 piangono, è una scena drammatica, è l’ultima volta che si vedranno. E per l’occasione indossa pure il vestito della festa. Per celebrare colui che mai aveva segnato così tanto, il presidente Angelici si accorda con l’AFA e con il Banfield per una camiseta especial. A differenza dei suoi compagni Martin avrà la maglia con el nueve y el nombre color oro. Un dovere per chi ha fatto strabuzzare gli occhi ai tifosi della República de la Boca.

Dopo il Villareal, i 6 mesi di infortunio e dopo una brutta stagione al Betis, el loco ritorna alla Boca. È il 2004 e Palermo torna in tempo per battere il record di marcature storico di Cherro. L’amico Riquelme è andato in Spagna ma al Boca trova dei pibes molto interessanti come Tevez, Gago e Palacio oltre che a vecchi amici come Schelotto, Battaglia, e Abbondanzieri e naturalmente il maestro Bianchi. Con loro troverà spazio di nuovo sia la sua parte loca che quella da infallibile goleador. E se nel 2007 pure Román rientra alla base, allora, non ce ne sarà davvero più per nessuno. El muletazo, le 2 coppe Sudamericana, le 2 Recopa, la Libertadores, el doblete Apertura/Clausura e la convocazione nella Selección di Maradona non prima del miracoloso gol dell’agua bendita al Monumental. La rinascita di Palermo passa necessariamente per queste tappe.

Ora l’arbitro decreta veramente la fine del fútbol di Martín. Può così avere inizio il suo ultimo saluto commosso alla sua gente, a quella che l’ha adottato, l’ha amato e l’ha protetto anche quando il suo carattere sanguigno lo portava a eccedere di agonismo in campo. Questi ora sono i momenti che diventano una delle tante instantanee della sua vita e che porterà per sempre con sè, oltre che alla porta vera e propria sradicata letteralmente con due muletti dal campo della Bombonera. È un omaggio della dirigenza al più grande nove del Boca. Lui osservando la scena esterrefatto e spontaneamente si lascia scappare un “e quella dove la metto..?” riferito all’arco strapiantato. Ma in questa notte vale tutto, Palermo è il Superman del club e il mantello con la scritta ‘Super Martín’, appoggiato sulle sue possenti spalle è lì a confermarlo. E adesso arriva forse la parte difficile della sua carriera, quella del suo ultimo saluto alla Bombonera.

Su di un piccolo palco a centrocampo gli danno il microfono e può iniziare il sacro sermone Il Boca non sarebbe questo se non ci foste voi.. Ho sempre detto che Boca è grande non per i giocatori, non per i dirigenti, non i tecnici ma por voi. Purtroppo sempre mi dissero di dire che ero tifoso dell’Estudiantes, però state tranquilli, vi porterò sempre nel mio cuore. (Boato)

E se anche Román non riesce a trattenere le lacrime allora significa che davvero è una serata magica.


calcioargentino.it

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