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Nella settimana più importante dell’anno il Club Atlético Independiente discende nell’inferno delle polemiche. Fa ancora discutere l’uscita di scena clamorosa del presidente Fabian Domán dopo le dimissioni annunciate ieri sera che hanno lasciato scioccati, non solo la parte roja di Avellaneda, ma tutto il mundo futbolístico argentino.

Di fronte a circostanze peggiori di quanto ipotizzate nella campagna elettorale e a scenari economici insostenibili il presidente ha deciso di rassegnare le dimissioni dopo neanche tre mesi dall’elezione plebiscitaria nelle presidenziali, mandando di fatto il club nel caos più totale.

Domán fuori dal Rojo, ma non tutto il direttivo Independiente se ne è andato. Per far fronte all’emergenza, la ‘rimanente’ dirigenza ha comunicato che la presidenza verrà assunta in via provvisoria dal 1º vicepresidente Nestor Grindetti, prima della convocazione di una assemblea straordinaria nei prossimi 90 giorni che dovrà eleggere la persona che guiderà la Institución fino al termine del mandato.

Dopo neanche dodici settimane dall’avvento della nuova Comisión Directiva il club torna nel baratro, con il concreto rischio di estinguersi a causa della mala gestione economica di questi anni. Il fardello più grande appare l’indebitamento di 23,5 milioni di dollari con il Club América per l’acquisto di Cecilio Domínguez, compenso mai saldato dalla precedente gestione, come quelli di altri debiti tra stipendi in arretrato e parcelle di procuratori mai saldate; nodi arrivati al pettine dopo anni di lassismo e menefreghismo da parte della società.

Abbandono. Domán non ha retto l’enorme pressione e ha deciso di non prendersi in carico la scottante ‘patata bollente’ dell’attuale presente, mancando di responsabilizzare nel momento storico più drammatico del club tutti i socios e tifosi. Scenario invece pensato e lanciato dallo youtuber -tifoso rojo- Santi Maratea, che ha proposto la mobilitazione generale, sotto forma di colletta, dei quasi 6 milioni di tifosi per tentare di ‘sanare’ l’enorme voragine debitoria.

Sia chiaro, le responsabilità ricadono tutte sulla gestione precedente, quella di Hugo e Pablo Moyano, padroni assoluti del club negli ultimi otto anni, ma l’abbandono di Domán appare quanto mai inopportuno in questa fase delicatissima del club, guardando anche l’aspetto sportivo di una squadra, ora più che mai, a rischio Descenso.

Confusione totale a livello societario ma anche sportivo, dopo il benservito all’allenatore Stillitano di qualche settimana fa, che ha privato (ancor oggi) alla prima squadra di una guida tecnica (il prescelto Repetto, date le circostanze, ha preferito ringraziare dell’interessamento). Senza introiti dalle Copas (il club non si è classificato nè in Libertadores nè in Sudamericana nella stagione scorsa), appare catastrofica la situazione presente. Senza tener conto che il tutto avviene nella settimana cruciale del Clásico de Avellaneda, evento imprescindibile da queste parti, che ora rischia di far precipitare gli avvenimenti in caso di sconfitta.

Situazione a dir poco delicata, sotto tutti i punti di vista.

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