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Cinque vittorie, un pareggio e una sola sconfitta spingono il San Lorenzo in cima alla classifica di Primera. Il merito è senza dubbio dell’amato ‘Gallego’ Insua, che continua a stupire tutti dopo i ‘miracoli’ dello scorso semestre.

Probabilmente nemmeno il più ottimista dei tifosi del Ciclón si sarebbe aspettato un inizio di stagione del genere. Dopo sette giornate infatti il San Lorenzo guarda tutti dall’alto grazie a 16 punti frutto di cinque vittorie, un pareggio e una sola sconfitta. Analizzando il ruolino di marcia si notano ben quattro vittorie per 1-0 e soli tre gol al passivo. Vittorie di “corto muso”, che però sono servite a rafforzare ulteriormente le certezze di un gruppo che sembra voler continuare a stupire tutti.

Ma, al di là dei risultati e della posizione in classifica, ciò che impressiona maggiormente è il cambio di sensazioni, di atteggiamento e anche di prospettive future costruito negli ultimi mesi.

Considerando che la rosa non è praticamente stata rinforzata e che, al contrario, ci sono state alcune partenze importanti, è lampante l’efficacia del lavoro svolto dal “GallegoInsua e dal suo staff tecnico, che sono riusciti a ribaltare completamente una situazione che sembrava l’ennesimo rebus senza soluzione.

REVOLUCION. Per capire meglio la situazione bisogna fare necessariamente un passo indietro, a circa un anno fa, quando la situazione era completamente diversa. Si faceva fatica a fare risultato contro chiunque, la difesa azulgrana era un colabrodo e la squadra subiva gol in quasi tutte le partite. La tifoseria contestava la dirigenza e l’attenzione era rivolta più verso la “tabla de promedios” che alla classifica del campionato. L’atmosfera, in definitiva, era molto esplosiva e ad ogni minimo problema scoppiava un putiferio.

Insua è arrivato solo lo scorso maggio, ma con i suoi principi ferrei, la sua esperienza e il suo senso di appartenenza al club, è riuscito a trasmettere quella tranquillità che a lungo mancava a tutto l’ambiente. Ha responsabilizzato i giocatori più esperti e ha dato fiducia ai giovani facendoli crescere gradualmente. La serie di buoni risultati ottenuti alla fine dello scorso semestre e la miracolosa qualificazione alla Copa Sudamericana hanno fatto il resto. Nemmeno il “caso Gattoni”, scoppiato verso la fine del mercato di gennaio, è riuscito a rovinare l’alchimia che si è creata tra squadra, allenatore e hinchada. La squadra ora è molto compatta, i risultati stanno arrivando e tra i tifosi si percepisce un entusiasmo che non si vedeva da anni.

El recibimiento della tifoseria azulgrana nell’ultima partita contro il Gimnasia (foto postales_azulgrana)

TATTICA. Dal punto di vista tattico la squadra è impostata con un 3-4-3 compatto e aggressivo. Davanti a Battalla agisce un terzetto difensivo molto concreto formato da Gattoni, Rafa Perez ed Hernandez. Sulle fasce Lujan e Braida si sono adattati benissimo e non stanno facendo rimpiangere né Giay (capitano dell’Argentina under 20 ed infortunato in una partita del sudamericano di categoria) né Fernandez Mercau (ceduto all’Elche). La zona nevralgica del campo è quella che ha subito più variazioni dopo la partenza di Mendez. Il punto fermo è il nuovo capitano Jalil Elias, al cui fianco si sono alternati “la RocaSanchez, “el PerritoBarrios e Martegani. Il tridente atipico con due “nueve” cioè Bareiro e Vombergar accompagnati da un esterno a scelta tra il funambolo Barrios, l’esperto Cerutti e lo scattante Leguizamon.

Tra tutti questi nomi, il vero MVP di inizio di stagione è sicuramente Malcom Braida, la cui metamorfosi da meteora a miglior esterno sinistro del campionato rappresenta perfettamente quella di tutta la squadra, passata dall’essere una nobile in declino a un avversario temuto e rispettato da tutte le rivali.

E’ ancora presto e non sappiamo come andrà a finire ma a Boedo (con i dovuti scongiuri) “nos volvimos a ilusionar…”

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