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Nel Salón Auditorio del Monumental inizia un nuovo capitolo dopo l’era Gallardo. Presentato dal presidente Brito e vicepresidente Patanian il nuovo Director técnico del River Plate.

Martin Demichelis è il nuovo Dt del River. Ventiquattr’ore dopo l’annuncio unilaterale del Bayern arriva da parte del club di Nuñez l’ufficializzazione e la presentazione del successore di Marcelo Gallardo. Si tratta di Martín ‘Michu’ Demichelis, ex giocatore della Banda, recentemente alla guida della sub19 e del Bayern Monaco II, sarà lui a prendere la pesante eredità lasciata dal Muñeco.

“Sono stato lontano dall’Argentina per 19 anni e mezzo ma qui parlo una solo una lingua, la lingua del River”. Si presenta così il giovane allenatore forgiato professionalmente dalla scuola tedesca. “Disciplina, rispetto, unità, impegno, questi sono i valori che riassumono questo club. Il River è il Bayern Monaco del Sudamerica perché ha principi, modi, metodologia molto simili”. Con Enzo (Francescoli), Matías (Patanian) e Leo (Ponzio) abbiamo iniziato il percorso per formare un River sempre più competitivo. Ringrazio la dirigenza per la fiducia nei miei confronti e allo staff per i tre anni di contratto offerti”.

Si compie dunque il sogno di Demichelis, ex giocatore, grande tifoso e adesso neo allenatore della Banda. A lui il gravoso compito di continuare la straordinaria tradizione vincente di Gallardo.

CLUB. “Il River? Ho trovato un club in crescita. Al River Camp sono stato entusiasta di vedere l’evoluzione di quella realtà sportiva. Da nostra parte continueremo a contribuire affinché questa enorme istituzione continui a crescere”.

ANALISI. “Analizzo il calcio attraverso quattro fattori importanti: tecnico, tattico, fisico ed emotivo. Le prime due le ho potute già analizzare grazie alla piattaforma che la tecnologia ci offre. Mi mancano l’aspetto fisico ed emotivo di ogni giocatore. Sulla base di ciò, prenderemo delle decisioni. Quello che è certo è che desidero giocatori che vogliano giocare nel River, che dicano come Bruno (Zuculini) di voler rimanere, in parole e in pratica”.

GALLARDO. “Con Marcelo non ho avuto modo di parlare personalmente, ma lo ringrazio perché il suo corpo tecnico ci ha fornito dati importanti per rendere la transizione molto più semplice. Con Marcelo sono emozioni forti. Tempo fa siamo andati a trovarlo con Fernando Cavenaghi. Ha preparato il mate e si è preso cura di noi molto bene. Abbiamo parlato per due ore. Mi è piaciuto come ha diretto il club durante tutti questi anni. Gli ho detto che vorrei che rimanesse per 20 anni perché è così che mi sentivo da tifoso”.

CANTERA. “La mia esperienza al Bayern è stata importante e necessaria. Ho iniziato nelle giovanili ed è chiaro che sarà una mia prerogativa importante anche qui al River. Terrò d’occhio l’evoluzione dei ragazzi, quelli della Riserva, Quarta, Quinta, Sesta… L’evoluzione dei ragazzi non ha limiti”.

STILE DI GIOCO. “Come giocherò? Cercherò di dare solidità difensiva, ma senza tralasciare l’aspetto offensivo. Vengo da una cultura in cui le transizioni fanno la differenza a livello globale. Sono un amante della palla, ma non di quel noioso possesso. Cercheremo di essere il più verticali possibile, purché il momento lo consenta. A volte i tifosi si disperano perche vogliono segnare subito. Quando c’è un 4-5-1 o un 4-4-2 bassissimo, devi muoverti fino a trovare gli spazi opportuni. Ecco di cosa si tratta. I giocatori dovranno prendere le decisioni migliori”.

TIFOSI. “Saluti tutti i tifosi e voglio mandare un grande abbraccio a tutti quelli che incrocerò per la mia strada. Voglio terminare con una frase detta dall’allenatore più glorioso della gloriosa storia del River. ‘Che le persone credano perché c’è una squadra su cui credere. Continuiamo a crederci”.

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