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“Non si augura neanche al peggior nemico non vincere niente per quasi 30 anni.. Certo, peggio di noi c’è l’Inghilterra… ” (Maradona).
Ore devastanti per i tifosi argentini sparsi per il mondo. E’ in arrivo infatti una nuova finale da affrontare, con gli incubi del passato che inevitabilmente riafforano in superficie. Non è facile infatti la vita del ‘hincha’ della Seleccion argentina dopo le delusioni vissute, soprattutto nei tre anni maledetti, 2014, 2015 e 2016, dove milioni di argentini rischiarono le coronarie dopo le finalissime di Mundial e Copa America varie. Sono troppe tre finali perse consecutivamente, troppe, per riuscire a reggere l’esaurimento nervoso, ormai, in stato più che avanzato.
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Formazioni infarcite di campioni di ogni tipo, allenatori professori, potere in Conmebol, niente, non sono bastati quasi 30 anni per non evitare delusioni cocenti delusioni. Ora il destino, il fato o gli dei del futbol, chiamateli come volete, ha programmato un’occasione più unica che rara per tornare a sfatare questa maledizione. Vincere in Brasile contro il Brasile. Mai successo in competizioni ufficiali.
E sarebbe un fine settimana davvero esplosivo considerando anche l’Europeo, con l’ultimo atto tra Italia e Inghilterra. Inutile dire che tutta l’Argentina unita tifa azzurri per il legame indissolubile con la terra italica, e per l’astio per la corona britannica, formalmente ancora in guerra per il discorso Malvinas.
Due imprese dal valore assoluto e dal destino simile: albiceleste che deve vincere contro il Brasile al Maracaná, e Italia che deve battere l’Inghilterra a Wembley. Due storie simili dall‘’esito che si spera possa essere vincente. Goduria incommensurabile se dovesse accadere l’incredibile: Italia e Argentina di nuovo vincenti.
Ma se l’ltalia è all’inizio di un ciclo, l’Argentina è al bivio con se stessa: fallire per l’ennesima volta la ghiotta opportunità o chiudere un cerchio iniziato nel lontano 1993.
Non può in definitiva andar male un’altra volta. Non deve, non sarebbe giusto, dal punto di vista dell’etica calcistica e della giustizia divina sportiva. Per questo c’è da sperare che Lionel e compagni possano alzare al cielo questa notte, al netto di questioni tattiche o di formazioni, questa tanto e troppo agognata Copa.
calcioargentino.it
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