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Partita dai mille colpi di scena. L’Argentina si porta in vantaggio 2-0 dopo solo 7 minuti. Sfiora il terzo gol ma poi si lascia raggiungere in extremis. Con in cambi di Scaloni che cambiano la gara.

Leggere il tabellino a fine partita potrebbe indurre in tentazione più di qualcuno. E per certi versi potremmo essere d’accordo, soprattutto dopo la dicitura a fine primo tempo che recita: ‘Colombia 0 Argentina 2’.

E invece bisogna fare uno sforzo per non abbandonarsi nelle tragiche braccia della delusione. La verità è che difficile criticare una prestazione di personalità e carattere come quella vista nella notte appena trascorsa. La Selección Argentina stupisce in positivo per come riesce a interpretare la gara, nonostante si giochi nella calda Colombia davanti a 10.000 cafeteros. Una gara veloce, interpretata per 45 minuti al meglio. Gli scambi stretti e le giocate di prima sono un balsamo per gli occhi, soprattutto per quelli ormai non più abituati a causa sospensione Covid. E il vantaggio che arriva dopo appena tre minuti sa di ‘giro di ruota’ ogni tanto che si ferma sullo spicchio giusto.

Primo tempo da incorniciare si diceva, come mai forse prima d’ora l’equipo di Scaloni è riuscito a mostrare. E il protagonista è ancora lui, el Cuti Romero, che si trasforma improvvisamente da centravanti e che non lascia scampo a Ospina, trafiggendolo con un grandioso cabezazo. Il difensore ex Belgrano, alla sua seconda presenza in nazionale, timbra con il gol una prestazione che sarà una volta in più sopra la media.

Ma non basta. Quando quattro minuti dopo Leo Paredes scarica con violenza in rete dopo aver dribblato metà difesa e seminato il panico in area. Ci si rende conto che forse è la serata giusta per ringraziare gli dei del fútbol e tornare sognare a occhi aperti una nazionale vincente: la Colombia è difatti annichilita da questo uno-due micidiale.

E l’Argentina non si ferma, anzi continua a farsi vedere bella. continuando a giocare di fioretto con scambi e giocate che ilusiónano una nazione davanti alla tv . Un miscuglio di sensazioni invadono la mente, poco lucida a dir la verità, del tifoso albiceleste di fronte a cotanta grazia. Una maturità da squadra e soprattutto, aspetto non trascurabile, non troppo dipendente dai piedi di Leo Messi. Ci sono altri fattori che influenzeranno poi la prestazione positiva, come il gran ritorno di Lo Celso a centrocampo, le giocate di Nico Gonzalez e la lucidità mentale di Paredes e De Paul, sempre attenti e propositivi a ripartire a 2x in contropiede. Insomma, tanta qualità in così poco tempo.

Il sogno termina, purtroppo, quando alla fine primo tempo Emi Martinez esce in barella dal campo, a causa di un violento scontro con Mina. Da lì cambierà tutto il match a livello mentale per gli uomini di Scaloni. Il sogno si interrompe sul più bello, constatatando all’improvviso, che Otamendi gioca ancora e con la camiseta albiceleste.

La ripresa, al contrario di quanto vissuto, si riapre con l’incubo. Ingenuo fallo in area del sopracitato Otamendi per il rigore di Muriel che riapre la partita. E nonostante la gara viva ancora di fasi ed episodi più o meno favorevoli, Ospina decide di chiudere la porta a doppia mandata, compiendo miracoli, disinnescando cioè, ogni sorta di tiro in porta. Ci proveranno più volte, tra gli altri, Messi, Lautaro, Acuña, ma il numero uno del Napoli sarà sempre provvidenziale e determinante per mantenere in piedi il risultato. La Colombia cresce alla ricerca del pareggio, che per quanto visto finora avrebbe del clamoroso.

Ci si sveglia definitivamente quando Foyth, al 94’ ne combina un’altra delle sue. Il centrale si dimentica della presenza di Borja che ringrazia quando si ritrova a due passi dalla porta per il pareggio finale. Seconda disattenzione in due partite per il giovane difensore Villarreal, forse troppo acerbo per assolvere un compito così delicato, considerando anche un Martinez Quarta in panchina. Sono in definitiva i cambi del Dt che lasciano perplessi in una partita quasi perfetta a livello di interpretazione e tattica.

El colibri Borja, al 94′

L’arbitro fischia e termina 2-2. Brucia e parecchio il dover cancellare dalla testa la parola vittoria. Arriva il secondo pareggio consecutivo che sa di beffa. Conforta però, e non poco, l’impegno collettivo che la squadra ha saputo proporre, macinando gioco e personalità finora mai visti. Si migliora dunque rispetto alla partita col Cile e questo dev’essere di conforto, per non parlare dei singoli. Il Cuti Romero è ormai in rampa di lancio, Nico Gonzalez appare indispensabile a questa nazionale e il blocco di centrocampo De Paul, Paredes e Lo Celso sono finalmente una solido compromesso. Messi? Verticalizzazioni impressionanti e conclusioni in porta dimostrano che anche lui in crescita.

Terminate le ‘amichevoli’ preparatorie, ora si farà sul serio in Copa America. Le aspettative sono alte per una squadra che proverà a far sognare e a crescere sempre più, in un cammino, che si spera, possa essere indimenticabile.

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