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Marcelo è un uomo che ha dato tutto sè stesso per il San Lorenzo e tutt’ora lotta per la ‘vuelta a Boedo’ ..stadio incluso. Lui e gli altri amici sono le sentinelle del barrio. Lì vivono e lì si ritrovano al bar in Avenida La Plata, impegnando il loro tempo per un sogno chiamato ‘stadio a Boedo’.

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Ciao Marcelo, grazie per averci dedicato un po’ del tuo prezioso tempo. È molto importante per noi del sito calcioargentino.it, per i tifosi del San Lorenzo de Almagro e per gli sportivi in Italia riuscire a capire dalle tue parole il passato doloroso del club e il presente a Boedo.

“Hola amigos, è un piacere e un onore per me che dall’Italia chiediate notizie della storia passata e attuale del San Lorenzo e cosa stia accadendo con la vuelta a Boedo, che in verità, è molto emozionante”.


La storia argentina e in particolare quella del San Lorenzo de Almagro fu molto drammatica negli anni di dittatura militare del generale Videla. Ci puoi raccontare cosa accadde con lo stadio ’Gasometro’?

“La storia del San Lorenzo riguarda direttamente ciò che accadde con la dittatura militare in Argentina, quando la Junta militar prese il potere nel marzo 1976, E’ una pagina triste e oscura a causa dei moltissimi desaparacidos. Quasi 30 mila persone tra argentini e argentine scomparvero tra il 1976 e il 1983″.

“Ma anche un Club scomparve assieme al suo stadio e alle strutture di Avenida La Plata: il Club Atlético San Lorenzo de Almagro. La dittatura militare entró in scena in quegli anni e più precisamente dopo l’anno 1979, quando il San Lorenzo disputò la sua ultima partita il 2 dicembre 1979 pareggiando 0-0 con il Boca in Av. La Plata. Da quel momento in poi la junta militare guidata da Jorge Rafael Videla, e in questo caso particolare dal brigadiere Osvaldo Cacciatore, iniziò a fare pressioni perché il San Lorenzo abbandonasse Avenida La Plata“.

“Ci furono intimidazioni personali nei confronti di Vicente Bonina, presidente del club di quel periodo, minacce e ordini chiari: tutto il SL se ne doveva andare.
Per questo motivo il capo della municipalità di Buenos Aires, Osvaldo Cacciatore, anch’egli militare, emise due ordinanze comunali che ordinavano al SL de Almagro di lasciare Av. La Plata: una era riferita all’apertura di una strada chiamata Muñiz e l’altra, una seconda strada chiamata Salcedo che avrebbe così diviso il club e lo stadio “Gasómetro” in 4 parti. Di conseguenza il SL non potendo nulla, fu COSTRETTO a vendere rapidamente i suoi terreni, con il conseguente SMANTELLAMENTO del suo stadio. Da quel momento, logicamente, il club rimase senza stadio e senza sede su Av. La Plata. Gli rimanevano solo dei terreni di proprietà a Bajo Flores a circa 2 km dal quartiere di Boedo, dove, anni dopo nel 1993, venne costruito lo stadio Pedro Bidegain. Dopo 14 anni si arrestò così il pellegrinare negli stadi vicini del Velez, Atlanta, Ferro e Boca in cerca di un campo casalingo. Finalmente il club aveva trovato una casa e poteva giocare di nuovo su un campo di sua proprietà. Purtroppo lo sradicamento da Av. La Plata fu molto doloroso, la perdita di identità del luogo, come quella del quartiere. Ancora oggi, da quasi 20 anni stiamo ancora lottando, con la vuelta (definitiva) a Boedo“.

Quale fu il sentimento dominante nel socio azulgrana dopo questo doloroso addio?

Fu una pena molto grande. Questo fu il sentimento provato da tutti i tifosi e soci del San Lorenzo al perdere della terra di fondazione e di crescita del club. Piu di 70 anni il SL era rimasto in Avenida La Plata, crescendo anche in maniera impressionante con più di 50 mila soci nella decade del 1950. A partire da quella data iniziò una decadenza del club che portò a perdere soci nonostante i campionati vinti del ’59, ’68, ’72 due volte e nel ’74. Ci fu un senso di smarrimento e una mancanza di appartenenza al club non avere più il suolo dove naque e crebbe il San Lorenzo de Almagro.

Ed è lo stato d’animo dei tifosi che dura fino a oggi. E’ ancora una ferita aperta, e questa ferita non si chiuderà se non si costruirà di nuovo lo stadio. Oggi abbiamo i terreni di Av. La Plata ma non abbiamo ancora lo stadio, e per averlo dovremmo combattere ancora molto. Stiamo sempre con la gente del San Lorenzo, sempre andando avanti con questo obiettivo. Abbiamo fatto 7 mobilitazioni importanti nella città di Buenos Aires, all’ambasciata di Francia (la dittatura vendette i terreni alla catena Carrefour ndr) nel 2015, in Avenida La Plata nel 2012, in Plaza de Mayo, storica, al centro della città davanti al comune di BA. La gente è sempre pronta a dare una mano, i dirigenti meno”.

8 marzo 2012 è una data storica. Una marea di oltre 100.000 tifosi manifestarono a Plaza de Mayo. Una locura! Che successe?

“L’8 di marzo 2012 più di 110 mila tifosi del San Lorenzo manifestarono in Plaza de Mayo per reclamare la Ley de restitucion historica, che fu poi approvata dalla municipalità di BA. Quel giorno ebbi la possibilità di salire sul palco assieme al mio gruppo di lavoro, dove lavoriamo insieme addirittura da 13 anni nella subcomision del Hincha (Associazione tifosi). Abbiamo potuto organizzare quella manifestazione e quell’esodo di 110 mila persone con un serpentone che partiva da Av La Plata n°1700 nel barrio di Boedo, dove c’era ancora il Carrefour. Tutti in carovana con autobus, moto, auto, a piedi fino al centro della città di BA percorrendo più di 5 km e arrivando in una Plaza de Mayo strapiena fino a tarda notte. Abbiamo fatto conoscere la situazione alla gente del San Lorenzo e non, ai media nazionali e internazionali che mai avevano visto una cosa del genere: i tifosi del San Lorenzo mobilitati a difesa della sua storia, per le sue terre e per riuscire a riportare uno stadio in Av. La Plata”.

8/3/2012 Plaza de Mayo è invasa da 110.000 tifosi Cuervos. (foto SLEterno)

La dittatura vende i terreni al Carrefour, nemico n°1 del San Lorenzo. Immaginiamo lo sconforto vederlo ogni giorno. Quando ci passavi davanti cosa pensavi? Sei mai andato lì a far la spesa?

“Nel barrio di Boedo passo molto tempo, passeggiando e andando al bar San Lorenzo situato davanti al Carrefour, un bar storico del 1990. Ma alcune volte si, sono andato a fare la spesa sentendomi molto male nel sapere che stavo calpestando il luogo dove c’era stato una vota lo stadio. Ma adesso dopo 15 anni mi sento meglio, avendo combattuto per una causa assieme a tutti i tifosi del San Lorenzo“.

I tifosi hanno raccolto quasi 8 milioni di dollari US per ricomprare la ‘Tierra Santa’. Chi è dunque il socio refundador e qual’è stata la sua funzione?

“Il socio refundador naque nel 2013. Esattamente il 13 marzo il Banco Ciudad iniziò a raccogliere fondi in un conto fiduciario creato dalla gente. Venne creato dalle persone comuni contribuendo ad acquistare metri quadrati per soddisfare i 36.000 mq di terreno storico in Av. La Plata. All’epoca 1 mq costava 2880 pesos, 500 dollari US che la gente iniziava a comprare, chi 1, chi 2, chi in famiglia se ne trovava 3-4 e chi, avendone la possiblità, ne comprava di più. Tutti depositavano i soldi nel conto della banca dove, come attestato, ricevevano una tessera di socio refundador del San lorenzo in Avenida La Plata. La tessera oggi non ha alcun valore all’interno del club ma ha una valore prettamente simbolico e spirituale di chi ha contribuito, in prima persona, alle esigenze del club. Si raccolsero così in definitiva quasi 8 millioni di dollari tra la fine del 2013 e la fine del 2017, acquistando il 75-80% della totalità dei terreni storici grazie allo sforzo dei tifosi ..e non dalla tesoreria del club”.

“Fu la gente del San Lorenzo che creò il fondo fiduciario, fu la gente del San Lorenzo che portò gli 8 millioni di dollari e fu la gente del San Lorenzo che con due leggi precedenti, la ley de reparacion historica nel 2007 recuperò il terreno della vecchia tribuna ospiti, il predio Lorenzo Mazza, altri 4500 mq. Da lì venne presentata la ley de restitucion historica, collaborando all’interno della legislatura, approvata nel 2012 e riuscendo a recuperare altri 30.000 mq quasi per la totalità delle terre disponibili. Ad oggi mancano ancora 8000 mq, ma con la metratura che abbiamo a disposizione sarebbe già possibile costruire uno stadio per circa 45.000 persone sedute“.

Gli incredibili 8 milioni di dollari raccolti dai tifosi (foto SLEterno)

Nell’anno passato, il 1/7/2019 finalmente il ritorno a Boedo (vuelta a Boedo). Il sogno si compì. Come l’hai vissuta questa gran gioia?

No, il sogno ancora non si è realizzato. Lo diventerà il giorno in cui lo stadio verrà costruito di nuovo in Avenida La Plata. Non va bene aver recuperato solo i terreni, qui si costruirà lo stadio e non ho dubbi che sarà di nuovo a carico della gente, con i tifosi che torneranno a collaborare, aprendo magari un prestito e facendo di tutto per tornare a vedere di nuovo lo stadio storico, non più fatto di ferro e legno ma di cemento. Quel 1 luglio 2019 ero con tutta la mia famiglia, con le mie figlie Agostina e Regina, con la mia moglie Claudia assieme a migliaia e migliaia di tifosi e soci del San Lorenzo venuti qui per festeggiare. Eravamo 130.000 quel 1° luglio nel quartiere di Boedo“.

Marcelo e famiglia (foto MarceloCulotta)

1/7/19 – 1/7/20. È passato purtroppo un anno senza novità. La legge di riqualificazione urbana (ley de rezonificación) non è stata ancora presa in considerazione. Colpa dei politici dell’amministrazione comunale o dei dirigenti del club?

“La legge per la riqualificazione urbana (ley de rezonificacion) è stata presentata in legislatura il 20 novembre 2018 e ha assunto lo status parlamentare il 01 marzo 2019, già più di un anno. Vi sono delle colpe condivise: dei dirigenti del SL e dei legislatori della città di Buenos Aires. Nel 2019 tutti dicevano che era un anno politico, ma in realtà fu politico solo per i politici, non politico per i tifosi e soci del SL. I socios e i tifosi del SL vogliono la legge di riqualificazione. I legislatori hanno lavorato politicamente, ma facendo i propri interessi. Ci sono state elezioni a livello nazionale, a livello di città di BA e anche elezioni nel direttivo del SL nel dicembre dello scorso anno. Tutti hanno lavorato a loro pro, trascurando di fatto gli interessi delle persone. Questa è la mia opinione. Si sarebbe potuto fare molto in un anno, ma nulla è stato fatto con la ley de rezonificación e manca poco prima che si compia un anno dal 01/07/2019. La dirigenza del San Lorenzo non ha fatto nessun passo in avanti in quest’ultimo anno e anzi, fra 163 giorni scadrà il termine per trattare la ley de rezonificación. Che cosa stanno aspettando?”

Ha qualche colpa lo stop per Pandemia?

“No, non ci sono scuse. La legislatura sta lavorando con i suoi deputati nonostante la pandemia. Ci vorrebbo solo la volontà per discutere il progetto di legge”.

Avete lanciato l’hastag su Twitter #Esto1DeJulioNoSeFesteja, non verrà festeggiato così il primo anniversario dalla Vuelta a Boedo?

“In questi giorni riteniamo che questo 1º Luglio non si debba festeggiare per protesta nei confronti della dirigenza del San Lorenzo, perché dopo un anno di possessione dei terreni non hanno fatto nulla per la Vuelta a Boedo. Il 1/7 inizierà la campagna di protesta social #UnAñoSinAccionesNiLey. Non hanno mosso un dito per il disegno di Ley de Rezonificacion, la quale legge non è stata nemmeno considerata in sede legislativa, in Comune. Per tutto questo ci sentiamo molto addolorati e tristi nel vedere come facciano trascorrere inutilmente gli anni della nostra vita, con i ‘Sanlorencisti’ che ci lasciano da questa vita terrena senza aver visto nulla in Av La Plata, neanche un mattone o un gradino dello stadio a Boedo …”

Che opinione hai del presidente del San Lorenzo Marcelo Tinelli?

“Il presidente del SL è un uomo d’affari di successo, ma l’unica cosa che lo farà rimanere nella storia di SL è che costruisca lo stadio su Av. La Plata. Passano i titoli sportivi ma l’eterna gloria rimarrà se costruirà lo stadio. Per 8 anni è stato in carica come primo vicepresidente e da quest’anno come presidente del San Lorenzo e quello che è stato realizzato negli 8 anni qui per il 2012 è stato solamente l’atto dei terreni in Av. La Plata troppo poco per il tempo che è trascorso in questi anni. È un uomo d’affari, di successo, una persona riconosciuta con potere politico, mediatico ed economico, ma deve fare molto di più per il club”.

Qual’è il significato profondo dell’essere tifoso del San Lorenzo?

“Essere un tifoso del SL è ‘totalmente diferente’ dagli altri appassionati del calcio argentino. Un club come SL con oltre 112 anni di storia che non solo ha una grande storia a livello di futbol, ma ha anche una grande storia a livello sociale, culturale e sportivo in altri ambiti sportivi, soprattutto nell’epoca di Av. La Plata, per aver tenuto intatta in tutta questa storia una grande identità e appartenenza, molto più consolidata ora con questo ritorno a Boedo.
Siamo diversi da tutti, siamo stati un club sofferto per decenni e glorioso nei primi 6 decenni dalla fondazione in poi. Ma il tifoso del SL ha resistito a non avere uno stadio, ha resistito all’espropriazione della dittatura militare e nonostante tutto, siamo milioni e milioni di tifosi in tutto il mondo, differenti da tutto il resto”.

Qual’è stato il tuo giocatore preferito del San Lorenzo?

“Il mio idolo, da ragazzo, è stato Hector el Gringo Horacio Scotta, goleador di tutta una vita, goleador con il record storico argentino nel 1975 vestendo la camiseta del San Lorenzo de Almagro e passando anche nella Seleccion Argentina. Poi è andato a Siviglia, in Spagna e ha giocato in altri club prima di tornare al San Lorenzo nei primi anni ’80. E’ stato il mio idolo, e quando giocavo a futbol a 9, 10, 11 anni mi facevo chiamare Scotta perche faceva molti gol.”

River, Boca, Racing, Independiente. Ne devi salvare uno, chi scegli?

“Una domanda difficile. Se devo salvare qualcuno non salverei nessuno perchè non saprei il perchè bisognerebbe salvarli. Io sono socio del San Lorenzo e socio vitalicio da quasi 50 anni. Che si salvino da soli. Come noi ci siamo salvati da molte cose nella nostra storia, Ognuno ha una propria storia, la sua parte oscura, la sua parte nascosta con qualcuno che non la vuole raccontare. Oggi si racconta la storia degli altri perchè si credono molto più importanti. Il San Lorenzo era la più grande istitucion sportiva a livello di club. Aveva più soci dei due clubs che si dicono di essere i più grandi ma il San Lorenzo ha avuto più tifosi e socios nel corso della maggior parte della storia rispetto a Boca e River, per non parlare di Racing e Independiente. Ma Boca e River già alla fine degli anni ’60 superarono il San Lorenzo come socios. Immaginate cosa si perse in termini di numeri e seguito con l’uscita forzata del club dal barrio di Boedo“.

Biaggio, Monarriz, Almiron, Pizzi, Monarriz, el trío Romagnoli-Tocalli-Acosta e infine ora Soso. Questi allenatori hanno diretto il SL negli ultimi due anni. Cosa è successo al Ciclón?

“Nessuno di questi tecnici che hai nominato è riuscito a ottenere buone prestazioni per 6/7/8 mesi consecutivi. Durarono meno di un anno e forse quello che ha fatto meglio è stato el Pampa Biaggio, sebbene l’ultimo suo periodo non soddisfava la dirigenza. Si venne a formare un ricambio con tecnici traghettatori, con altri allenatori poi subentrati. Ma nessuno di questi è entrato davvero nelle grazie dei tifosi del San Lorenzo“.

Grazie Marcelo! Un piccola domanda.. di cognome fai Culotta, hai qualche parente italiano?

“Si! Il mio cognome è Culotta con la doppia t e sono originario di Reggio Calabria. Mio nonno arrivò in Argentina nel 1912. Si, tutta la mia famiglia è di discendenza italiana dalle due parti; da parte di mia mamma ‘Petullia’ di Reggio Calabria e da parte di mio papà ‘Culotta’, anche lui italiano. Ti mando un gran abbraccio, arrivederci, ci vediamo presto e grazie a te”.

Si a la ley de Rezonificacion (foto SLEterno)

Il martedì conduco un programma in radio (radiogenesis970am.com – martedì notte 01:00-02:00 orario ITA), dove si parla esclusivamente della vuelta a Boedo, non si parla di altre cose. Bueno Francesco, grazie di tutto, ti mando un abbraccio.

Marcelo, grazie mille per la tua disponibilità e la tua passione per il San Lorenzo e per la difesa di un sogno chiamato ‘stadio a Boedo’. Ti auguro il meglio per te e per i tifosi di Boedo. Un grande abbraccio.

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