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Sono le 23 italiane e manca davvero poco alla crudele realtà. Carlitos Tevez a sorpresa, in mattinata, ha annunciato che parlerà in conferenza stampa del suo prossimo futuro calcistico. Ma tutti hanno già capito. El brigante si appresta a dare l’addio al club tanto amato, il Boca Juniors.

L’attesa non aiuta il corretto apporto ematico alle coronarie. Che si gonfiano molto più del solito. Il battito accelera, il flusso sanguigno aumenta e la pressione inevitabilmente sale. Ci vorranno altri 27 crudeli minuti di ritardo, pieni di ansia, speranza e attesa prima di vedere il presidente Ameal e Tevez affacciarsi nella sala ‘Filiberto‘ della Bombonera. Riquelme, dapprima previsto a fianco di Carlitos, segue in disparte in un’angolo della sala. Perchè il protagonista dell’evento dev’essere solo lui, l’Apache. Tutto è dunque pronto per l’ultima, significativa, e per certi versi drammatica conferenza stampa del Diez de Boca.

23:27 e prende la parola il presidente Ameal: “Ho saputo della notizia ieri sera dopo che ho parlato con Carlitos e Roman. Per noi è un grande dispiacere ma anche un orgoglio averlo avuto con noi. Non vogliamo che Carlitos se ne vada, ma che continui a giocare. Glielo abbiamo detto ieri ma le ragioni che ci ha espresso mi sembravano adeguate. È un idolo del club. Spero che il colloquio con Roman sia risultato efficace e che potremo avere Carlitos nel club. Più avanti gli organizzeremo una partita di addio alla Bombonera, una partita tributo con tutti i tifosi, quando si potrà. Dispiace della scelta ma rispettiamo con grande dignità la sua decisione.”

Appena terminato di parlare, Tevez lo guarda e gli fa: “Presidente, hai già detto tutto, non serve che parli”, spezzando la tensione che inevitabilmente si era creata. Ma ora tocca a lui, in uno dei momenti in assoluto più importanti della sua vita.

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Tevez: “Pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato, ma eccomi qui. E’ difficile per me, ma sono qui per dire che NON continuerò nel club. Sono convinto di questa decisione, non ho altro da dare. Ho dato tutto a questo club e per questo sono felice. Questa è una squadra speciale, devi dare il 120% per giocare e mentalmente non sono in grado di garantire questo impegno.”

“Per me Boca è il miglior club del mondo. Mio padre, i miei fratelli, mia moglie, i miei figli sono tutti tifosi Boca. Non posso mentire a loro, né a ai tifosi. La mia decisione è puramente ed esclusivamente mia. Il Boca ti chiede di dare il massimo, anzi, molto più del massimo. Mentalmente non sono in condizioni per riuscire a soddisfare questa aspettativa. Non ho trovato neanche il tempo di accompagnare nei suoi ultimi giorni di vita mio padre, che già dovevo giocare.

“Non è un addio, è un arrivederci. Molte persone mi hanno chiesto di aspettare di ritirarmi quando tornerà il pubblico negli stadi. Ma è stato molto difficile per me prendere la decisione. Mi resta nel cuore l’ultima volta che il mio vecchio mi ha visto giocare e ha pianto di gioia. Noi nasceremo e moriremo da tifosi Boca . Non ho bisogno di altro per essere felice. La mia gioia e soddisfazione più grande è conservare il ricordo dell’ultima volta del pubblico quando gridavamo “dale Campeon”, quando genitori, nonni, bambini e tutti nello stadio si abbracciavano. Oltre che l’ovazione a Maradona e l’ultima volta che il mio vecchio mi ha visto giocare. Non so se merito tutto l’affetto dei tifosi che mi dimostrano, ma quello che so è che il mio sangue non è rosso, è blu e giallo. A presto e grazie.”

Carlitos termina il suo commovente annuncio. La palla passa ora ai giornalisti presenti in sala.

Ti è pesato molto prendere questa decisione, tu che sei anche grande tifoso?La decisione è stata dura, ma sto bene, sono felice. È uno dei giorni più tristi della mia vita, ma sento che è giusto così, che è la cosa migliore da fare. Il Boca è la mia vita. Se non posso dare il 100% faccio un passo a lato, come sto facendo, e questo è il momento. Non ho avuto il tempo di piangere mio padre dato che si doveva giocare la settimana dopo. Non è normale. Ho bisogno di stare con mia madre, ho bisogno di essere un figlio. Tre mesi fa il mio vecchio se n’è andato. Oggi voglio essere un figlio, un padre, un fratello. Questo è quello che ho chiaro in testa e nel cuore”

Il tuo è un addio al Boca ma è anche un ritiro al calcio? “Quanto vuoi che continui a giocare? Fino a 42 anni? (Risate). Fisicamente potrei continuare, ma mentalmente no. Questo è quello che sta succedendo a noi, essendo a casa con questa pandemia.. . ci ha toccato tutti. E’ arrivato il mio turno e la mia famiglia ha bisogno di me, io sono qui per loro.”

“Oggi vi dico che vado in pensione e tra 3 mesi vorrei tornare a giocare, ma non al Boca, perché mentalmente non sarò più al 120%. All’interno del club in un altro ruolo? Tutto è possibile. Oggi è un giorno molto triste perché da giocatore non potrò vestire la camiseta azul oro. Ma io ci sarò per i tifosi, per la gente del Boca, ci sarò sempre per il club, sempre”

Miguel (Russo, l’allenatore ndr) sa quanto ho sofferto in questi mesi. L’ultimo mese, gli ultimi 10-15 giorni, quello che avete visto non è stato lo stesso Carlitos. È stato molto difficile per me andare ad allenarmi, concentrarmi, prepararmi mentalmente. E se non stai bene mentalmente, il fisico non lo governi. So di esprimermi molto con il mio corpo, con la mia faccia, e dopo tutto quello che mi è successo si è visto. Dopo il Racing l’ho detto alla mia famiglia. Ho lasciato passare qualche giorno per capire se questo sentimento che arrivava dal cuore era quello giusto. Poi ho chiamato Roman, il Presidente e Miguel per comunicargli la mia decisione”

Hai qualche rimpianto, qualche rimorso? “No. Me ne vado pieno. Non ho altro da dare alla società. Per questo mi faccio da parte. Ho lasciato la Juventus dopo una finale di Champions League, ho sempre fatto quello che diceva il mio cuore. Ora la mia famiglia ha bisogno di me. Rimane nel cuore l’ultima partita con la Bombonera piena. Non c’è niente di più bello di quel giorno. È stata la migliore ovazione, vedere persone che si abbracciano, diventando tutti campioni. È la cosa migliore, vado avanti con quelle emozioni. Più avanti ci saluteremo, ma dopo quel giorno non ci sarà più niente di simile.

Come l’ha presa la famiglia questa tua decisione? “Quando ai miei figli gli ho comunicato la decisione, nessuno si è opposto, la decisione è stata presa tra tutti noi. Nessuno mi ha detto “Papà no”, pensaci bene, o sei pazzo’. No. Sono felice perché so di fare la cosa giusta. Maradona mi diceva sempre di fare la cosa che ti può rendere felice. Tanto, nel bene e nel male avranno sempre qualcosa da ridire. Devo essere sempre contento di quello che voglio fare. Un posto speciale nella storia Boca ? Lascio queste cose ai giornalisti, ai tifosi. Per il Boca, ho dato tutto, poi per la partita di addio il presidente mi dato il campo, giusto? (e ride) Avverrà quando tutto tornerà alla normalità”. Qualcuno gli chiede: ‘Carlitos, entrerai in politica? E lui: “Non avete capito nente di quello che ho detto fino ad adesso, giusto?”

“Vorrei dire ai giovani che questo club è il più grande del mondo, vivere per il club 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutto l’anno, non c’è niente di più bello di questo club. La mia carriera in Argentina è terminata. L’unico club che giocherei in Argentina è il Boca, mai un’altro“.

Carlos Tevez: da Fuerte Apache al tetto del mondo

Ci potrà essere un tuo futuro in MLS? “Adesso mi faccio da parte perché mentalmente non ho intenzione di continuare. Non so cosa dirti ora. Non giocherò più qui, ma non so cosa farò con la mia vita. Voglio riposare e stare con la mia famiglia. Ero felice di giocare con il Boca. Mi è sempre piaciuto, ma sono mentalmente e fisicamente esausto. La maglia, la sua gente, la gente del Boca È la cosa più bella che ci sia. Ringraziateli perché senza di loro NIENTE è lo stesso. Ti manca molto. Mi è sempre piaciuto giocare con questa maglia, porto con me i ricordi più belli. Giocare in questa pandemia in un campo vuoto. non è normale. Manca come il pane la domenica andare tutti festanti allo stadio. La verità è che mi è sempre piaciuto giocare con questa maglia. Arrivederci a tutti e grazie.

Termina la surreale conferenza con un’altra immagine piena di significato. Nell’uscire dalla sala, Carlitos viene abbracciato da Riquelme e con Roman se ne andranno fuori dalla Bombonera come ai tempi del grande Boca. Sequenza di immagini di grandissimo impatto emotivo che faranno commuovere la mitad mas uno dell’Argentina.

Se ne va quindi l’ultima bandiera del club, l’ultimo idolo di un’era assolutamente aurea per il Boca. Grazie a Carlos Bianchi e a un fantastico gruppo di calciatori, il Xeneize riuscì nell’impresa di conquistare il Sud America e il Mondo intero. Carlitos è stato un vincente anche in tutte le squadre in cui ha militato, un crack total, el futbolista del pueblo.

Orgogliosi di Carlos Tevez per i valori di appartenenza che ha sempre rappresentato dal più profondo del suo immenso cuore. Grazias Apache por tanto futbol.


calcioargentino.it

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