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Oltre il danno, la beffa. Appaiono ancor più amare le ore successive alla gara di ritorno degli ottavi di finale Libertadores per l’Asociación Atletica Argentinos Juniors, club che, per intenderci, ha dato i natali calcistici a Diego Armando Maradona. Nei novanta minuti di ieri al Maracaná la squadra argentina è stata eliminata nel doppio confronto dal Fluminense dopo una gara più che equilibrata. Pesano e non poco, le controverse decisioni arbitrali ritenute non all’altezza del fischietto venezuelano Herrera, reo, nel ritorno, di non aver fischiato un evidente calcio di rigore che avrebbe cambiato il corso del match. Ma molto più gravi le violenze subìte dai circa 200 tifosi arrivati al seguito della squadra, percossi e maltrattati ferocemente dalla polizia brasiliana senza un reale motivo. I video schockanti sull’utilizzo di mangananelli e fucili con proiettili di gomma, usati gratuitamente delle forze dell’ordine sugli inermi tifosi, sono diventati virali e hanno fatto montare lo scandalo mediatico.

“Oggi il club presenterà alla Conmebol un rapporto di tutto ciò che il club e tifosi hanno dovuto soffrire”, scrive senza troppi filtri il presidente dell’Argentinos, Cristian Malaspina sui social, “…dato che nella giornata di ieri sono state violate molte regole del regolamento di tale prestigiosa competizione. Ciò che si è vissuto sul campo di gioco non è stato Giusto; un arbitrato mai all’altezza della partita che si stava giocando, incluso il VAR, che non ha applicato giustizia in nessuna delle giocate dove doveva intervenire”.

Risultato sportivo a parte, rimane più delicato il discorso forze dell’ordine. Decine di tifosi sono stati arrestati dopo il match e ancora oggi rimangono detenuti nei commissariati di polizia locali. È quindi intervenuto in prima presona il club che, coadiuvato dal console argentino a Rio, sta cercando diplomaticamente di risolvere l’intricato problema.

“Tutto quello che è successo ieri al Maracanã è stato uno sproposito; la repressione è stata brutale e inutile; molte famiglie sono state brutalmente aggredite in tribuna e con esse, i dirigenti che mi hanno accompagnato nel palco ufficiale”, ha continuato Malaspina. Nelle prossime ore la situazione con le autorità brasiliane dovrebbe sbloccarsi; resta però intatta la vergogna di una repressione brutale della polizia in tenuta antisommossa nei confronti della delegazione e tifoseria del Bicho.

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