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Il Boca vince la Copa Diego Maradona ai rigori: è la 70^ stella della storia del club. Battuto solo ai rigori un arcigno Banfiend.

Scrivere di Banfield-Boca equivale raccontare fondamentalmente due partite. La prima dal 1’ al 87’ e l’altra, molto più interessante, dal 87’’ al 96’.

Iniziamo dalla prima. La Copa Diego Maradona di per sè equivale a una copa nacional che si avvicina a una comune copa di lega. Niente di eclatante dunque, fa solo numero in bacheca. Nel contesto attuale era divenuta però trofeo da conquistare a tutti i costi in casa Xeneize dopo la clamorosa debacle Boca appena di cinque giorni fa. Vincerla, equivaleva ‘sistemare’ la questione poco piacevole venitesi a creare con i tifosi, furibondi dopo la vergognosa prestazione in Libertadores. Ne conseguiva una sorta di pressione ulteriore per l’equipo di Russo, già sotto la lente di ingrandimento da parte di Riquelme e soci.

Tevez, il capitano, nel frattempo era in guerra con sè stesso. Dare l’esempio ai compagni compiendo il dovere di conquistare di guidare la squadra o rimanere al capezzale del padre, ormai segnato dal destino? Sono stati infatti giorni difficili per ‘el viejo‘ di Carlos, in procinto di salire al cielo. Che fare allora? Carlitos sceglieva la via di mezzo: rimanere il più possibile vicino al papà, partendo alla volta di San Juan nel giorno stesso della partita. Solo per qualche ora.

Russo, il Dt, al centro delle polemiche, dichiaratosi unico responsabile della clamorosa ‘derrota‘, optava per un turnover ‘leggero’ contro la sorpresa del Banfield. Giocava così quel Cardona tanto invocato nella ‘noche de copas’ da tutti i tifosi Boca ma anche da tutti quelli possidenti di un minimo di cognizione calcistica. La genialità, la fantasia nella recente partita chiave era stata relegata in panchina. Imperdonabile.

E proprio ‘Caradona‘ a conferma di quanto detto, dopo un primo tempo soporifero da parte dei due ‘equipos’ -e l’orario italiano non aiutava-, prendeva per mano la squadra e indicava con un destro da antologia la via da seguire con un tiro che bucava la rete, scatenando nei social la gioia più irrefrenabile dei ‘bosteros‘, di nuovo di buon umore.

Il Banfield (sì, giocava anche il taladro in finale) fino a prima abbastanza anonimo, diventava di colpo gran protagonista della seconda partita, quella della roulette russa. Si iniziava con il suicidio -un classico- del Boca, che restava in 10 dopo il doppio giallo rifilato a Más (87’) e dopo l’infortunio al Pulpo Gonzalez (90’) nonostante fosse entrato 20 minuti prima e nonostante i cambi esauriti. Dieci minuti di passione, in 11 contro 9, il Taladro iniziava a premere con insistenza, annusando l’odore del sangue della preda. E al 96’, come in una sceneggiatura thriller, ecco la beffa. Testa di Lollo verso il secondo palo, con Andrada, che poteva solo raccogliere la palla in fondo al sacco. Sconcerto tra i giocatori azul oro al fischio finale, increduli di essersi lasciati sfuggire un’altra ghiotta occasione.

Si andava così ai rigori con un po’ di pathos, ma in fondo con la consapevolezza che lassù Diego si fosse voluto divertire un po’ di più del previsto. Quando il ‘verdeJorge Rodríguez scheggiava la parte superiore della traversa, potevano iniziare i festeggiamenti, in tono minore, per la conquista della Copa e del 70º trofeo nazionale del club. Se poi anche un Tevez, finalmente col sorriso, si lasciava andare alla battuta “Abbiamo giocato tutti bene tranne Buffa” (Buffarini) con risate collettive annesse, allora era segno che la pace era di nuovo tornata alla República de la Boca. Felicitaziones Campeónes!

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