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La nuova ‘politica’ federale della Figc inizia a preoccupare l’Argentina calcistica. E’ iniziata l’operazione ‘oriundi’: dopo Retegui e Zapelli c’è di più.

Il vento del cambiamento sta improvvisamente soffiando in un’altra direzione nel futbol argento. Se qualche anno fa la tendenza della Federazione argentina era quella di andare in avanscoperta in Europa per assicurarsi le prestazioni nazionali dei giovani aventi doppio passaporto come -tra gli altri- i fratelli Carboni (Inter), Paz (Real Madrid), Soulé (Juventus), Romero (Lazio) e Garnacho (Man Utd), ora si assiste all’emigrazioni di talenti verso nuone patrie. La Nazionale italiana, dopo l’esclusione dai mondiali per due anni consecutivi e l’improvviso impoverimento tecnico dei vivai nazionali -soprattutto sul fronte offensivo- , dopo le note positive di Retegui e Zapelli sta cercando nuove ‘risorse umane’ proprio in Argentina da aggregare in prima squadra o in under 21.

E dove cercare se non in una delle terre più ‘italiane’ del mondo? Meta di milioni di emigranti sbarcati a Buenos Aires nei primi del novecento, l’Argentina ora si scopre risorsa vitale per il calcio italiano. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal ‘Tano‘ giornasta Roberto Colombo sulle colonne di Tuttosport, all’interno della Figc si sta (ri)sposando il progetto ‘oriundi, ovvero, la convocazione di talentuosi ragazzi nati sul suolo argentino, ma possessori, tramite vincoli familiari, di passaporto italiano.

E’ stato così per Mateo Retegui, che ha accettato la chiamata di Mancini (due gol in due partite), come pure Bruno Zapelli, che ha risposto presente all’under 21 di Nicolato, e lo sarà, secondo le ultime indiscrezioni, per il talentino Gianluca Prestianni, classe 2006, attualmente al Vélez ma già sull’agenda degli osservatori di club italiani. Giovani, che hanno la trafila regolare nelle seleccionas juveniles de Argentina, come nei casi di Nico Valentini (Boca), ‘el Pepo’ De La Vega (Lanús) e Maestro Puch (Atlético Tucumán), anch’essi prossime ‘candidature’ al vaglio della Figc.

Roberto Colombo,Tuttosport, 26/3/2023

Nuovo ‘colonialismo‘ europeo o unica possibilità di emergere dato l’esubero’ di talento ella Selección albiceleste? Ius soli o libertà di scegliere il proprio percorso nazionale date le doppie origini? Non è così semplice. C’è comunque un aspetto significativo da non sottovalutare nella delicata scelta. Accettare la chiamata di una nazionale europea significa, automaticamente, mettersi in vetrina nel ricco ‘mercato’ del Vecchio continente, e di conseguenza, ‘svoltare’ a livello di carriera fin da subito. A Buenos Aires si sta iniziando a discutere e seriamente del nuovo fenomeno, che sta scuotendo e non poco l’opinione pubblica.

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