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Tornano domani notte le qualificazioni mondiali sudamericane. E torna Leo Messi, protagonista assoluto di giornate memorabili.

Il recente triplo turno di Eliminatorie mondiali di settembre è rimasto impresso ai tanti appassionati di fútbol per tanti particolari. Soprattutto per il protagonismo assoluto di Leo Messi, -Dio lo benedica- fresco vincitore due mesi prima di uno storico trofeo, atteso ben 28 anni. Emozioni a non finire tra Venezuela, Brasile e Monumental. Ecco cosa ha vissuto Leo -e di conseguenza noi-, in quei sette giorni.

Ultima settimana di agosto. È di nuovo guerra tra club europei e Federazioni sudamericane. Dopo il rinvio di marzo 2021 per il rifiuto dei club inglesi a cedere i giocatori, c’è il serio e fondato rischio di un nuovo slittamento del triplo turno CONMEBOL. La Premier League, parte in quarta negando il ‘rilascio’ dei tesserati sudamericani, nel libro nero delle nazioni a rischio COVID. Poche ore dopo si aggiungono alla ‘Santa Alleanza’ anche Liga Spagnola e Serie A. Ma i spagnoli vanno oltre. La Liga, probabilmente consigliata male, fa il passo più lungo della gamba, citando la Fifa al Tas. Il motivo dello strappo è la decisione dell’ente mondiale del calcio di far recuperare la giornata non giocata qualche mese prima, assieme alle due già in calendario. Dopo che la sentenza dà ragione a Infantino, la Fifa fa la voce grossa: ‘rilasciate i giocatori o ne pagherete le conseguenze’. E’ solo così che a malincuore i club europei ‘liberano’ i giocatori per le loro nazionali.

Gli argentini, ultimamente corpo unico tra loro dopo la conquista della Copa America, si accordano e decidono di tornare in blocco in Argentina -a differenza di molti brasiliani rimasti in Europa-, per vestire nuovamente la camiseta albiceleste. In programma ci sono tre sfide di qualificazioni mondiali contro Venezuela, Brasile e Bolivia. E c’è Messi, recente protagonista del trasferimento del secolo al Paris Saint-Germain. Come si fa a non giocare in squadra con lui?

31 agosto. Alla comitiva argentina già presente a Caracas, si aggiungono i ‘parigini’ Leo Messi, Leandro Paredes e Angel Di Maria, arrivati con aereo privato, dopo la prima partita con la maglia del Paris. In particolare el Diez, anzi el Treinta, dato il nuovo numero di camiseta del Pulga, gioca solo 25 minuti, ma tanto basta per entusiasmare il Parc des Princes.

2 settembre. Contro la Vinotinto si gioca al Estadio Olímpico de la Ciudad Universitaria di Caracas. Di fronte la Selección guidata dal neo allenatore ad interim Leo González. La gara, la prima del dopo Copa America, cambia volto già alla mezz’ora, quando un intervento killer di Adrian Martinez quasi spezza in due la gamba a Messi. Espulsione del difensore, grande paura, ma Leo riprenderà senza problemi il resto della partita. La partita terminerà poi 3-1 grazie alle reti di Lautaro Martinez, del Tucu e di Angel Correa, a coronamento di una prestazione determinata dell’intera truppa argentina.

A fine gara c’è pure spazio per l’angolo della commozione. Al fischio finale, un ragazzino riesce ad eludere la sicurezza degli steward, introducendosi in campo alla ricerca del suo idolo. Il capitano si accorge dell’arrivo del bimbo e lo accoglie a braccia aperte. Il pubblico esplode in un boato di gioia di fronte all’abbraccio tra i due, così commovente e così spontaneo.

3 settembre. L’Argentina decolla da Caracas e atterra venerdì 3 mattina a San Paolo del Brasile. Domenica 5 è infatti in programma la delicata sfida contro il Brasile, decimato dalle società europee. Ben 11 nazionali infatti non sono giunti dall’Inghilterra a causa di pressioni dei club/decisione personale dei calciatori. Per quanto riguarda l’Albiceleste non si segnalano problemi all’arrivo in aeroporto della delegazione argentina. La autorità brasiliane, seppur a conoscenza della arrivo di tutti i giocatori -compresi quelli militanti in Premier-, concedono l’ingresso nel Paese a staff e squadra.

5 settembre. E’ in programma la sfida alla Corinthians Arena. Al momento dell’arrivo dell pullman argentino, un altro bimbo sfugge dal radsr dei controlli e corre in direzione di Messi, appena sceso dal mezzo. C’è un concitato parapiglia tra il personale di sicurezza, ma Leo la risolve ancora a modo suo, concedendo al piccolo tifoso un selfie che lo conserverà gelosamente.

Al momento del riscaldamento, el Diez inizia a calciare le punizioni. Basta solamente la prima per capire che Leo ha il piedino già bello che caliente…

Inizia la partita, e dopo soli cinque minuti l’arbitro sospende la partita, a causa dell’ingresso in campo dei componenti della ‘famosa’ ANVISA, l’autorità sanitaria brasiliana. A detta loro, non si può continuare a giocare per la presenza di quattro giocatori proveniente dalla Premier League. L’arbitro invita tutti alla calma e, constatando che non si può continuare, manda tutti negli spogliatoi.

Nonostante la mediazione di Messi per far riprendere la gara, l’ANVISA rimane fermissima nel suo intento, quello cioè di boicottare la partita. Dopo numerose polemiche, si ritorna parecchio frastornati in Argentina. Deciderà il Tribunale diciplinare Fifa il risultato finale.

Mentre monta lo scandalo e lo sdegno mondiale su quanto visto in Brasile, gli uomini di Scaloni prepararano il terzo impegno delle eliminatorie. A far da sparring partner sarà la modesta Bolivia che arriva a Buenos Aires mestamente, come da vittima espiatrice. Si gioca infatti al Monumental, per la prima volta invaso pacificamente dai tifosi dopo la riapertura degli stadi al pubblico. Si prospetta una clamorosa festa sugli spalti, tra la gioia di tornare a vivere la partita e la voglia di applaudire Leo e l’equipo campeón.

Ed infatti sarà delirio fuori e dentro al campo, anche per il 3-0 finale e soprattutto per Messi. Leo per far godere ancor più i presenti, si inventa una tripletta da urlo, contornata da una rete come lui solo sa fare: stop, giravolta, caño e golazo sul secondo palo. Golazo. Il Monumental si spella le mani dibanzi al Pulga totalmente rigenerato. A fine gara addirittura sarà vuelta olímpica con la Copa America in mano, per festeggiare con i tifosi il trofeo tanto desiderato e agognato.

Termina una settimana davvero da ricordare per la nazionale e i particolar modo per il capitano, naturalmente, seconda solo alla locura vissuta in terra brasiliana qualche tempo prima…


calcioargentino.it

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