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La partitissima, destinata allo 0-0 finale, prende una piega clamorosa negli ultimi sessanta secondi. Con polemiche di cui sentiremo parlare a lungo.

Gli arbitri sono sul cerchio di centrocampo e un gruppo numeroso di maglie rosse tutte intorno inizia a spingere. “Es una vergüenza! Tienes mala intenciones, mentiroso. Cuanto te pagaron? Ladrón.” Questi alcuni degli insulti (quelli più ortodossi) al termine dell’ultimo minuto infuocato di Racing Club-Independiente. L’Academia ha appena segnato il gol decisivo al 94′ aggiudicandosi l’ambito Clasico de Avellaneda e mentre la squadra rossa spintona l’arbitro, quella albiceleste salta e balla in campo.

Clasico. Grande attesa aveva suscitato la partita, da sempre una delle più sentite di Argentina, e nonostante il focolaio Covid di 12 positivi nel Rojo, si era dignitosamente arrivati senza troppe polemiche fino al giorno decisivo.

La partita in sè, poi, era stata una noia mortale, una della più brutte della storia dei derby. Gara tattica, ferma, con continue sbavature ed errori grossolani da entrambe le squadre. Il pareggio sembrava risultato più logico per non farsi troppo male, in una serata di diluvio quasi apocalittico ad Avellaneda. Certo, il Racing nel secondo tempo si era avvicinato al vantaggio grazie a una/due occasioni, ma niente di troppo eclatante.

94‘. El pibe Maggi entra in area, cerca di dribblare il difensore Barreto e cade in area. A prima vista sembra un contatto veniale, ma l’arbitro a sorpresa indica con il braccio il dischetto. E’ calcio di rigore! I giocatori del Rojo non ci credono, si mettono le mani nei capelli e circondano increduli l’arbitro Vigliano. L’allenatore Piccoli che dirige la squadra al posto di Falcioni inizia a ridere per non piangere. Siamo all’ultimo minuto di recupero del Clasico de Avellaneda e questi attimi faranno parte della storia del clasico.

Il nueve Enzo Copetti si incarica del tiro e spiazza il portiere Alvarez: l’Academia vince all’ultimo respiro la stracittadina, per la seconda volta consecutiva. Non c’è più tempo e quando Vigliano fischia la fine, iniziano a precipitare gli eventi.

Giocatori e dirigenti raggiungono velocemente la terna arbitrale, chiedendo spiegazioni (eufemismo), con improperi e insulti vari. Alla tv intanto ci si accorge abbastanza velocemente dell’abbaglio arbitrale, con i replay impietosi che smentiscono nettamente il contatto falloso.

E forse anche l’arbitro si rende conto dell’aventatezza della decisione, date le certezze dei media che iniziano a propagarsi. Ma ormai è troppo tardi. Dopo il tentativo di mediazione in campo, il secretario tecnico Independiente Maldonado cerca di forzare la porta dello spogliatoio degli arbitri, aiutato da giocatori e altri tesserati della delegazione per ‘parlare con l’arbitro‘. Ne nasce un parapiglia con gli uomini della sicurezza Racing che fanno fatica a contenere il tutto. Spinte, urla e improperi: è la rabbia del Rey de Copas, consapevole di perdere la partita più importante dell’anno per colpa di un arbitro, già in passato nell’occhio del ciclone.

Nelle televisioni non si parla d’altro e nei social diventa immediatamente tendenza, col il pensiero comune, stranamente, unanime: davvero follia dare quel rigore. Partono i primi meme, immancabili in situazioni come questa, ironizzando ed estremizzando l’accaduto. I calciatori diablos, nel frattempo, attraverso interviste e profili social continuano a cavalcare l’indignazione del momento.

Il portiere titolare Sebastian Sosa, a casa col Covid, posta: “Indubbiamente c’è qualcosa contro l’Independiente e purtroppo dobbiamo subirlo. Che figli di … La cattiva intenzione in diverse partite è spudorata e molto evidente” Anche il capitan Chino Romero non le manda a dire: “Basta, loco, basta! È facile per l’arbitro fischiare dopo che è stato pagato, a noi invece va tutto a put.ane “

posteo Sosa
Il Post di Sebastian Sosa

Passa una mezz’ora e viene intervistato in televisione il direttore nazionale degli arbitri Federico Belligoy, che taglia la testa al toro: “Prevediamo uno stop dell’arbitro Mauro Vigliano dopo l’ultimo arbitraggio. Ha commesso un grave e determinante errore nel clasico.” E’ il clasico de Avellaneda, prendere o lasciare, dove le emozioni durano fino all’ultimo secondo di partita.

Negli spogliatorio Acadé, invece, continua la festa, con canti, balli e sfottò: Il Clásico è sempre el clásico.

E in fondo che colpa ne hanno loro? Non è il sogno di tutti vincere contro gli acerrimi rivali con un rigore al 94′?

Clásico

calcioargentino.it

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