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L’anno che si sta concludendo è stato un anno storico per la storia dell’umanità e del mondo per come lo conosciamo. Anche per il Boca è stato un anno abbastanza particolare che – grazie alla vittoria nel ritorno di Libertadores – si è concluso nel migliore dei modi possibile. Ma facciamo un passo indietro, vediamo come è iniziato questo strano 2020.

L’avvenimento più importante dell’inizio di gennaio è stato l’insediamento del nuovo presidente Jorge Amor Ameal che in dicembre, grazie all’aiuto di Riquelme, aveva vinto le elezioni con il 53% dei voti. Il primo provvedimento adottato dalla nuova giunta è stato la rescissione del contratto di Daniele De Rossi, che dopo cinque partite (tutt’altro che memorabili) ha salutato La Bombonera. Messo da parte El Tano la banda di Russo si è potuta focalizzare al massimo sulla volata per la Superliga che l’ha vista combattere contro le galline del River. Gli xeneizes di febbraio sono forse la loro miglior versione del 2020 avendo giocato cinque partite, segnando quindici gol e mantenendo la porta chiusa in quattro occasioni.

Nonostante queste super prestazioni la festa è stata rimandata fino all’ultima giornata quando in una Bombonera gremita per homenajar Maradona il Boca è riuscito a imporsi di misura sul Gimnasia di La Plata allenata proprio dal Pibe de Oro, e un grazie anche all’Atletico Tucuman per aver fermato il River sul’1-1.

Sembrava l’inizio di qualcosa di magico per il Boca, la squadra era in formissima e piena di fiducia ma sopratutto pronta per iniziare la rincorsa verso la Libertadores 2020. Purtroppo per il Boca – e per gli amanti del fútbol – qualcuno non era d’accordo. Dopo appena due giornate della fase a gironi – Caracas 1-1 Boca e Boca 3-0 Independiente Medellin – anche in Sudamerica è iniziata la fase più distruttiva della pandemia.

L’Argentina è stato uno dei paesi più colpiti dal Covid e il presidente Fernandez non ha esitato a proclamare un lockdown duro e generalizzato che ha messo in difficoltà la già fragile economia argentina e ha sospeso fino a data da destinarsi le attività sportive di ogni genere. I mesi in cui solitamente le squadre sudamericane si davano battaglia per aggiudicarsi la coppa più ambita del continente sono così scivolati via tra una diretta su Twitch di Salvio e un Tik Tok di Tevez con le figlie.

Poi finalmente la luce, a metà/fine agosto l’AFA e la COMNEBOL hanno iniziato a mobilitarsi per la ripresa delle competizioni. La prima a ricominciare è stata la Libertadores della quale si dovevano disputare ancora quattro giornate della fase a giorni. In queste quattro partite il Boca ha conquistato 10 punti e si è avviata tranquillamente verso la vittoria del girone con prestazioni convincenti e uno spirito che non sembrava intaccato dalla lunghissima pausa dovuta alla pandemia.

A metà ottobre è toccato all’AFA dare le linee guida per la ripresa della attività sul suolo nazionale, il 16 di questo mese si sono tenuti i sorteggi per i gironi previsti dal nuovo formato del torneo argentino – niente paura! Nessuna nuova riforma, solo un modo per ripartire dopo il Covid – che ha visto il Boca inserito nella zona 4 con TalleresNewell’s e Lanus. Il calcio di inizio del nuovo torneo è stato il 31 ottobre e ha visto il Boca impegnato a Lanus dove dopo un’iniziale spavento – sennò che Halloween sarebbe? – dato dal gol di Sand i ragazzi di Russo sono riusciti a portare a casa i tre punti per poi ripetersi una settimana dopo sul campo del Newell’s.

Novembre è stato, calcisticamente parlando, il peggior mese del 2020 boquense: in campionato il Boca ha perso con Talleres e Lanus in cinque giorni e fuori dal campo ha perso il suo tifoso più celebre. Il 25 novembre, giorno ormai tristemente noto, Diego Armando Maradona ha deciso di lasciare per sempre il suo palco alla Bombonera e ci ha salutato. Lo shock per i giocatori è stato talmente forte da far posticipare la partita di andata degli ottavi di finale contro l’Internacional a Porto Alegre al 2 dicembre. Nel frattempo contro il Newell’s – altra squadra argentina di Diego – alla Bombonera è andato in scena il più grande homenaje mai tributato ad un singolo giocatore nella storia del Boca, rovinato solo dall’assenza del pubblico.

Chiuso il nefasto novembre il Boca ancora scricchiolante ha dato il benvenuto all’ultimo mese dell’anno disputando l’andata degli ottavi di Libertadores a Porto Alegre. Partita vinta con un gol di Tevez che ha mostrato la maglia del metropolitano 1981 donata proprio da Diego, tolta dal vetro per quell’occasione. Uno dei momenti più catartici della carriera dell’Apache, per certi versi anche uno dei più poetici. Ma l’Inter è duro a morire e una settimana dopo viene a vincere alla Bombonera 1-0 – nel frattempo il Boca si è qualificato alla seconda fase del campionato pareggiando 0-0 col Talleres – serviranno i rigori per decretare l’eliminazione dei brasiliani. Il Boca passa senza che Andrada abbia toccato un solo pallone della serie di penales, ci deve aver pensato la mano de Dios.

Di qui in poi il Boca si sposta poco fuori dalla General Paz per capire cosa sarà della sua stagione. Dopo un 1-1 contro l’Arsenal in campionato la partita di andata dei quarti di Libertadores vede soccombere gli xeneizes sotto i colpi – per la verità sarebbe uno – del Racing al cilindro de Avellaneda. Due giorni dopo nello stadio che dista appena duecento metri da quello dell’Academia la Russoneta da la svolta alla stagione vincendo 1-2 in rimonta contro i cugini rossi del Racing.

La partita che può svoltare questo 2020 per fortuna si gioca alla Bombonera ed è uno show del Boca, la strenua resistenza del portiere Arias si affloscia sotto i colpi prima di Salvio e poi di Villa (dagli undici metri) che realizzando la rimonta che qualifica il Boca alle semifinali dopo una partita dominata in lungo e in largo con un giocatore particolarmente ispirato, il (quasi) trentasettenne Carlitos Tevez.

Il Boca chiude il 2020 in corsa per tutti gli obiettivi stagionali, con un occhio puntato sul Superclasico in programma il 3 gennaio e l’altro sulla semifinale d’andata del 6 contro il Santos.

Il dono piu bello per tutti i tifosi è stato rivedere gli xeneizes sui livelli della scorsa primavera e, ovviamente, il passaggio del turno di Libertadores, ma ancora manca il grosso del lavoro da fare.

Chau 2020, bienvenido 2021, no nos traiciones.

Di Niccolò Frangipani


calcioargentino.it

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