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In Argentina non ci si annoia mai, soprattutto nel fútbol. Cambi di regole al volo, votazioni paradossali, sorteggi ai limiti della comprensione…tutto molto meglio di una premiata serie tv. L’Ascenso, le divisioni minori del futbol argentino, probabilmente assumono appieno queste caratteristiche. Il risultato finale? Una vera e propria giungla.

Chiqui Tapia e i compañeros dell’AFA hanno finalmente stabilito un torneo di transizione per definire le promozioni in tutte le divisioni dell’ascenso. Il risultato purtroppo è un altro disastro per il calcio argentino.

Otto mesi fa veniva dichiarata la fine ufficiale della stagione in tutte le divisioni calcistiche argentine. In una fatidica giornata alcune squadre della Primera D venivano avvertite del termine del campionato solo a pochi minuti dall’arrivo allo stadio. Tutto a dimostrazione della disorganizzazione del calcio argentino. Otto mesi più tardi, dopo una interminabile “rosca” (espressione argentina utilizzata per riferirsi a manipolazioni, accordi e bugie della politica), uscivano magicamente i nuovi formati dei tornei di transizione. Ovvero, l’inizio di un nuovo torneo che azzerava i meriti delle squadre guadagnati sul campo.

Nella Primera Nacional, la serie b Argentina, le squadre più ‘danneggiate’ sono Atlanta e San Martín de Tucumán, capoliste all’epoca dello stop ma aggiunte nello stesso ‘sacchetto’ di sorteggio delle successive 6. L’Atlanta, per esempio, partirà dai playoff allo stesso livello del Agropecuario, nonostante i 12 punti di differenza. Anche per San Martín sarà lo stesso, insieme a Villa Dalmine, quest’ultima arrivata in classifica con 18 punti in meno.

FORMAT INCOMPRESIBILE. Il formato prevede che le 8 migliori squadre di ogni gruppo giochino insieme, tutti contro tutti in una sola partita. Le due vincitrici dei gironi si affronteranno poi in una finalissima per un posto promozione. Il perdente, aspetterà i tre vincitori di una, ulteriore lunghissima competizione in formato Coppa per classificare la semifinale che definirà la seconda promozione.. Capite bene che basta poco per mandar all’aria un complicatissimo e cervellotico sistema ideato dagli scienziati della federazione. Ma va bene così, se lo dice il presidentissimo Chiqui Tapia noi ci fidiamo ciecamente.

Nella Primera B, già c’era un campione, l’Almirante Brown, che aveva vinto il primo piccolo torneo. Ma nonostante ciò dovrà giocare un altro mini campionato con le sei migliore squadre della classifica generale. Se vince l’Almirante, otterrà la promozione diretta, se invece vincerà un’altro club affronterà successivamente l’Almirante per definire la promozione. Lo stesso capiterà con Cañuelas e Liniers, i vincitori della prima metà della stagione, rispettivamente della C e D.

Tutte le altre squadre di ogni divisione, giocheranno, in formato di coppa, per arrivare a una finale e conquistare l’ultimo posto disponibile per salire di categoria. Quindi, così, tutte le squadre di tutte le divisioni avranno la possibilità di ottenere la promozione, anche se in classifica stagnavano nelle ultime posizioni a marzo. Una scelta con il timbro di un’AFA che non prende decisioni seguendo la meritocrazia conquistata sul campo con lo spirito sportivo, ma secondo la famosa “rosca”, dove tutto può accadere d’incanto da un momento all’altro.

di Mariano Perusso


calcioargentino.it

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