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Abbiamo intervistato Carlo Pizzigoni, uno dei maggiori esperti italiani del futbol sudamericano e argentino in particolare, che ci ha aperto il suo cuore. Libri, passioni, esperienze, fedi calcistiche e poi, Gallardo, Bielsa, Messi, Buffa, Adani e molto altro: ne è uscita una bellissima chiaccherata. E per questo lo ringraziamo molto.

Salve Carlo e grazie per la disponibilità. Hai scritto ‘Locos por el futbol’, un libro molto intenso ed emozionante. Oltre alla grande conoscenza, la cosa che più colpisce è il grande rispetto e religiosità che usi nel trattare certi argomenti, a dir poco mistici del futbol. Quando è nata questa tua passione per il futbol sudamericano? C’è stato un episodio, una partita, un giocatore in particolare che ti stregato?

Da sempre il futbol è una mia grande passione. Ora con l’andar del tempo il calcio si è mescolato con la mia vita stessa e ne scandisce i propri ritmi. E’ una passione che è diventata vita più che lavoro, però non saprei dire da quando è iniziata. So che da piccolo piccolo vedevo delle immagini di calcio sudamericano, ma non c’è stata lì la scintilla. Sono stato sempre un buon lettore, direi ottimo lettore prima, adesso solo discreto. Mi appassionavano quelle terre e quel mondo e unirle alla mia passione per il calcio è stata una cosa naturale. Ho sempre viaggiato quando ho potuto. Ho vissuto un pò in Brasile, tanto tempo tra Argentina e Uruguay e molto in Colombia; è stata una sorta di conseguenza naturale scrivere il libro. Dopo tanti anni di frequentazione, a mio parere mancava un testo in italiano che parlasse di calcio sudamericano, e così mi sono detto: proviamo a farne una ‘summa’. Per quanto l’ho sempre definito come un trampolino per tuffarsi nel vasto oceano del calcio sudamericano, è solo un inizio. Poi ognuno prende la sua via, tanto è vero che il libro è fatto di capitoli che si possono leggere singolarmente. Questo è stato il momento. Mi ricordo anche all’Università quando ho fatto l’esame di hispano americano con un grande professore, Aldo Albonico, scomparso molto giovane, sono stato introdotto a Vargas Llosa, che io non conoscevo. E’ stato lui a farmelo conoscere. C’è un percorso mio che va di pari passo con la mia passione per il calcio e il sudamerica. Il calcio lo seguo a tutte le latitudini, però quello sudamericano è rimasto una passione superiore. Soprattutto nel racconto calcistico, penso che l’area rioplatense sia superiore a tutte le altre. E’ naturale avere passione per quelle terre perchè esiste un legame profondo tra calcio e territorio. Questo è un pò il mio viaggio che continua a durare con la mia professione.

Poi ovviamente ho scritto di calcio europeo, di calcio giovanile e di calcio internazionale. La mia palestra è stato il Guerin Sportivo, La Gazzetta a Milano, occupandomi delle giovanili delle due milanesi e in generale delle lombarde. Ho lavorato diversi anni come consulente a Sky con tanto calcio internazionale, ho lavorato nell’ambito del racconto con Federico Buffa, proseguo tutto un mio percorso di amore e di constante aggiornamento con Lele Adani, è un qualcosa che ormai fa parte della mia vita, sia il calcio che il Sudamerica. Sono contento!

Parlaci un pò di ‘Locos por el Futbol’, com’è nato questo libro?

Locos por el fútbol è un libro che ho inspirato io alla casa editrice. Dopo il successo di vendite, che dura tutt’ora -peraltro in maniera misteriosa- di Storie Mondiali -anche dopo l’aggiornamento con Nuove Storie Mondiali prima del mondiale in Russia-, l’editore mi aveva chiesto un libro incentrato su una biografia. In qualche modo sono riuscito a convincerlo, grazie anche alla spinta di Buffa e di Adani che hanno scritto prefazione e postfazione in questa summa, diciamo così, del calcio sudamericano. E debbo dire che ha funzionato. Adesso ci sarà un’altra ristampa, ma mi rendo conto che è un inizio. Mi piacerebbe fare diversi volumi, perchè ogni Paese meriterebbe un approfondimento. Però sappiamo bene che l’editoria italiana riguardo a questo ambito non può essere così vasta. Sono contento di aver toccato le corde degli appassionati e di aver coinvolto qualcun’altro alla passione. Che è la mia e la nostra.

Passiamo alla tua passione calcistica: nè Boca nè River. Tu sei un tifoso del Racing Club de Avellaneda, un club quasi semisconosciuto in italia. Com’è nato questo tuo sentimento per l’Academia?

Del Racing non parlo di tifo ma di simpatia. Come ce l’ho per il Vasco de Gama in Brasile, è una cosa che nasce dal vissuto. Ho sempre letto che sono i club che ti scelgono e non viceversa. Per dire, sono andato molti anni a Bogotà ma nessuno dei due club, Millonarios e Santa Fe, hanno mai coinvolto la mia affezione. Così lo stesso posso dire dell’Uruguay, di Montevideo, non posso dire di aver scelto una squadra. Conosco una coppia, marito e moglie, lui del Nacional e lei del Peñarol, dove insieme abbiamo visto pure un clasico e dove ognuno espone le sue ragioni, ma non c’è stata mai una scelta. In Argentina in realtà c’è stata, ma per una serie di circostanze e di persone che mi hanno coinvolto più al Racing Club.

Racconta Carlo, siamo tutt’orecchi

Credo che un giorno fossi andato a vedere una partita a La Paternal (barrio dell’ Argentinos Jrs ndr), ero alloggiato in un ostello molto lontano, diluviava ed era sera. Non riuscivo a fermare un taxi, perchè è molto complicato trovare a Buenos Aires un taxi quando piove. Mi sono dunque buttato in mezzo alla strada per bloccarne uno. Sono riuscito, sono salito e ho detto al tassista: “Guarda, io ho solo questo, però se tu mi dici, quando arrivo in Italia ti invio tutti i soldi”, perche era l’indomani della partenza e non avevo una lira. E lui cosa fa? Mi accompagna a destinazione e poi quando sono lì per chiedergli l’indirizzo e gli estremi per l’invio del denaro mi dice: “No no, ti chiedo solo di essere un tifoso del Racing”. Se prima avevo una simpatia per i colori della squadra, QUELLA fu la volta che mi convinsi definitivamente. In più, una volta andai al Cilindro per fare una specie di storia sul Racing e conobbi un ragazzo che lavorava presso l’ufficio stampa. Non sapevo che in realtà fosse una persona con una sensibilità unica. Si chiamava Julian ed era il figlio di Ariel Scher (famoso giornalista sportivo anni ‘80 -‘90 ndr). Mi raccontò tutta la storia del Racing, con una passione talmente unica che era difficile non rimanerne coinvolto. Sono sempre stato trattato bene qui al Cilindro, pure con Buffa una volta per delle storie. Insomma, una serie di circostanze mi hanno reso questo club molto simpatico e da lì è nata questa passione.

Con Lele Adani poi siamo andati giù in Argentina a vedere la finale di Copa Libertadores. Sai che poi la finale non si è disputata (la partita fu sospesa per l’attacco al bus Boca ndr ) e allora prendemmo l’occasione per andare a vedere il Racing la sera dopo con Adani ad Avellaneda. Giocava contro il Banfield quella sera e filmai pure Lele che cantava la canzone più bella e più famosa del Racing. Ci sono dunque una serie di circostanze che mi hanno legato al Racing, ma non ne voglio fare una malattia, non voglio fare il fanatico. La simpatia rimane e lo seguo sempre. Poi il Racing del Chacho Coudet mi piaceva tantissimo e sono contento che ora stia facendo bene. Anche questo Racing mi piace..anche se forse mi aspettavo di più.

(Poi molto coinvolto, Carlo si lascia andare ad un’altro aneddoto)

Ti volevo raccontare anche la storia successiva di quella serata con Lele, perchè è ancora più bella. Ad accompagnarci quella sera ci sono due ragazzi, tra cui uno del pensionato del Racing -tra l’altro, amico di Lautaro Martinez, e quando l’ho incontrato e gliene ho parlato, lui si ricordava benissimo di questo ragazzino-, che mi ha aiutato ad entrare allo stadio grazie alla mamma, A fine partita succede che non lo trovo più, e subito ho pensato: “Cavolo, mi sarebbe piaciuto tanto salutarlo, peccato! Magari sarà andato via con qualche suo amico per via della chiusura del pensionato..”

Carlo e ..gli angeli del Racing

A un certo punto lo rivedo da lontano che mi sta portando la maglia del Racing! Ho una foto di quella sera, fatta tutti insieme, veramente commovente! Queste piccole attenzioni che ha la gente umile è un qualcosa…che a me prende il cuore, ci faccio molto caso a questi piccoli segnali, che poi sono grandissimi e svelano la natura della persona che li compie. Rimasi veramente commosso da quel gesto.

E’ terminata abbastanza bruscamente l’era del Chacho Coudet sulla panchina dell’Academia, non prima, però, di aver conquistato il 18° titolo. Ora c’è Beccacece che ha un curioso destino: prima antagonista per la lotta al titolo con il Defensa y Justicia, poi rivale all’Independiente e adesso al Cilindro. Tu che che lo conosci bene e hai anche scritto su di lui, come giudichi finora il suo operato?

Mah, parliamo di un periodo lontano. Si è vero, soprattutto quando era al Defensa y Justicia, se ti ricordi, c’era stata qualche polemica nei confronti del Racing. Il passaggio poi all’Independiente fu breve e catastrofico, ma come assistente di Sampaoli il suo lavoro fu apprezzato. Però sai, fin quando non fai il primo non sai mai quali siano i tuoi meriti reali. Certamente è un tecnico con idee. Però forse da Beccacece qualcosa in più dal punto di vista, non tanto della bellezza del gioco, quanto più di una identità chiara, ecco, forse me lo sarei aspettato. Al di là della vittoria clamorosa nel clasico, situazione estemporanea, mi aspettavo francamente l’identità di gioco che c’era prima col Chacho.

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Il pezzo sul ‘miracoloso’ Defensa Y Justicia del 2018 guidato da Beccacece. Carlo Pizzigoni, Guerin Sportivo.

Nel senso che Beccacece non l’ha mai avuta, non l’ha ancora trovata. Però ricordo anche le parole di Diego Milito che invitava alla pazienza, e quindi alla fine penso che sia giusto così. La scelta di puntare su Beccacece mi è piaciuta sull’ottica di un calcio propositivo, poi come tante volte, la cosa non è così immediata. Nessuno possiede il genio di Gallardo e quindi bisogna avere pazienza. In ottica mercato, dispiace per Zaracho, però la squadra sembra dignitosa per fare un buon calcio. In definitiva, mi aspetto un passo in avanti nell’identità di gioco per questo nuovo inizio di campionato.

1 – Continua


calcioargentino.it

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