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Probabilmente ci sarà da soffrire ancora molto, ma in Olanda-Argentina si sono toccate -abbastanza bene- tutte le emozioni che una partita di futbol può dare. Dal doppio vantaggio, abbastanza impronosticabile alla vigilia, alla rimonta quasi completa degli olandesi.

Quasi completa perchè… chi non pensava di veder trionfare gli orange dopo le scorribande in area delle immense torri nei minuti finali di partita? Sembrava già scritta la sceneggiatura dell’ennesima beffa albiceleste di un campionato del mondo, dove la parola Argentina non appare come campeón addirittura da 36 anni.

Con Messi che assolveva bene il suo compito (assist e gol), l’Argentina si ritagliava tra il primo e secondo tempo quella sorta di tranquillità e di gestione del match che mai finora aveva messo in mostra. Durava poco l’ammorbamento generale. Man mano che passavano i minuti la partita sfuggiva dalle mani di Scaloni e Messi grazie ai centimetri dell’Olanda e alla nuova convinzione mentale di Van Diijk e compagni.

Improvvisamente, la partita ordinata tatticamente di Scaloni si trasformava in battaglia campale. In questo nuovo contesto scattava la ‘modalità callera‘. Quel instinto di soppravvivenza tipico dell’essere argentino nel riuscire a far fronte a ogni tipo di avversità collettiva o individuale. L’ignoranza calcistica, se così possiamo definirla, tipica da Primera División argentina, o ancor meglio da Ascenso, dove le minacce e le provocazioni fanno parte della condizione ambientale normale.

Qualcuno la chiama viveza criolla, l’astuzia dei creoli, ovvero, la tendenza di combattere l’ambiente circostante con ogni mezzo (vedi mano la mano de Dios) al fine di raggiungere i propri obiettivi. Di fronte alle continue provocazioni olandesi (vedi dichiarazioni ad hoc nella previa di Van Gaal e scorrettezze varie al momento dei rigori), il gruppo argentino ha reagito a tono, riuscendo a tener testa nonostante le provocazioni e lo svantaggio psicologico della rimonta in dieci minuti. Senso totale di appartenenza, por la camiseta e por los hinchas. E’ allora un sentimento da condannare per questa squadra, criticatissima in passato per la mancanza di huevos, saper tener alta la dignità nei momenti di avversità?

Questo si chiama futbol in Sudamerica, con tutta la passione e violenza che ne deriva. E allora señores, forse prima di esprimere un giudizio bisognerebbe anche conoscere la realtà sociale dove provengono questi giocatori. Quella ‘ignorante’, calcisticamente parlando, del futbol argentino.

Un commento su “La Selección Argentina. Con lo spirito dell’Ascenso dentro

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