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Argentina, Uruguay e Cile ancora non approvano il protocollo sanitario della Conmebol, a differenza delle altre Federazoni sudamericane. E se il Governo non firmerà..

Dopo l’annuncio della Conmebol della ripresa della Copa Libertadores e Sudamericana a partire dal 17 settembre sorge improvvisamente un problema di tipo sanitario. Il Governo argentino, guidato dal presidente Alberto Fernandez, ancora non ha approvato il protocollo sanitario redatto dalla CONMEBOL e di conseguenza, manca ad oggi l’autorizzazione per la disputa delle gare interne delle cinque squadre impegnate in Libertadores (Boca, River, Racing, Defensa y Justicia e Tigre) in suolo argentino.

Mentre tutte le altre federazioni sudamericane (Ecuador, Venezuela, Paraguay, Brasil, Bolivia, Colombia e Perú) hanno dato l’ok, quella argentina, uruguaya e cilena ancora prendono tempo. Quale sarebbe il problema? Il rischio è quello di ospitare possibili atleti/accompagnatori/dirigenti contagiati, provenienti da altri paesi maggiormente più esposti al virus, con una conseguente nuova ondata epidemica. Si reputano infatti insufficienti le normative e le linee guida emanate dal protocollo sanitario. Il ministero della salute, del turismo e sport, della sicuerezza, dei trasporti e dell’interno argentino, assieme alla federazione (AFA) e alla Conmebol sono costantemente in contatto per risolvere la questione. A tutt’oggi infatti lo spazio aereo argentino è limitato solo alle rotte commerciali/umanitarie e per accogliere una delegazione calcistica di circa 50 persone ci vuole un permesso speciale goverantivo, oltre che, alla deroga sulla quarantena obbligatoria di 14 giorni.

Eccesso di zelo o prevenzione nazionale? Quello che sappiamo è che da Buenos Aires si è chiesto alla federazione continentale un’integrazione di linee guide per la gestione delle squadre che arriverebbero da altri stati come nel caso risulti positivo un atleta/tesserato, oltre che per procedure logistiche negli spostamenti (attualmente mancanti) tra hotel e centri sportivi, sempre a rischio in questo tempo di pandemia. Chi si prenderà la responsabilità della gestione dei ‘visitanti’? Per adesso c’è collaborazione tra gli enti per cercare di limare le differenze, vedremo che succederà nelle prossime ore.

Per questo motivo le cinque società interessate si stanno già attivando per trovare una sistemazione in un altro Stato, nel caso in cui non ci sia la fumata bianca. La Conmebol ha accettato di collaborare, fissando anche un termine per martedi 25 agosto, alle 19:00 ora argentina per indicare la sede interna o per forza, estera per le partite di casa nel caso non venga approvato il documento. La sensazione è che il governo stia mettendo alla corda la Conmebol dopo i recenti dati interni (riferiti a contagiati/ricoverati in terapia intensiva) di Covid19, in cerca di ulteriori rassicurazioni per non aggravare ulteriormente la situazione nazionale. Accorgimenti, che a quanto sembra, non sembrano troppo interessare le federazioni di altri Paesi.


calcioargentino.it

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