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Manca davvero poco per il ritorno della pratica sportiva in Argentina.‬
‪Dopo l’annuncio della Conmebol di voler riprendere la fase dei gironi di Libertadores il 19 settembre, si aspetta a giorni il decreto governativo per la ripresa degli allenamenti. L’area della Capital è in lockdown fino al 17/7, domani probabilmente il presidente Alberto Fernandez in un discorso tv divulgherà le decisioni prese dal governo nazionale. La curva del Covid-19 in Argentina non tende a scendere, anzi starebbe nel suo picco. Ieri (15/7) numeri record tra contagiati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti: in 24 ore 4.250 nuovi casi (record) e 82 morti (record) per un totale di 783 ricoverati in terapia intensiva, 111.160 contagiati, 47.298 guariti e 2.050 morti. Se da una parte la decisione più logica sarebbe quella di estendere la quarantena obbligatoria fino a fine mese, dall’altra c’è la pressione dei clubs coinvolti di ricominciare la preparazione quanto prima per essere pronti al 15 settembre, data di ripresa della Copa più leggendaria del sudamerica.

Il ritorno della Libertadores sarebbe un motivo validissimo per far rotolare di nuovo il pallone. I protocolli di prevenzione già sono stati stilati dall’AFA e si attende il via libera dal Governo e dall’AFA per poter ricominciare. Prima verrebbero privilegiate le squadre impegnate in Libertadores nel breve periodo (River, Boca, Racing, Defensa Y Justicia, Tigre) ma non è detto che la lista non si allunghi per le altre squadre di Primera. Lo stop obbligatorio così lungo sta infatti facendo nascere iniziative autonome e ‘clandestine’. A Rosario, nell’interior de Argentina, dove l’incidenza non è così elevata come nell’area urbana di Buenos Aires, è notizia di qualche ora fa (Diario Olé) che giocatori di Racing, Newells e Central siano stati ‘intercettati’ mentre si allenavano segretamente. E dove se non a Rosario, nella ciudad de futbol?

In questo clima di incertezze ci sono domande ancora senza risposta. Per la Libertadores si seguirà l’esempio europeo? Porte chiuse e playoff in solo Paese come accadrà in Champions League?‬

Innanzitutto bisognerà considerare l’incidenza del COVID-19 momento per momento in paesi limite come Brasile o Ecuador, per cui organizzare in sicurezza una partita senza il rischio contagio potrebbe diventare davvero complicato.
‪Appare poco probabile il ritorno del pubblico almeno nel breve periodo, si imiterà l’esempio europeo. Si potrebbe giocare il resto della coppa in solo Paese copiando la decisione della Champions? Per questo bisognerà tener conto di quando la Libertadores è stata fermata. Se per la Champions ci si era bloccati nella fase finale, non si può dire lo stesso per la Libertadores, stoppata dopo appena due partite della fase a gironi. Potrebbe prospettarsi partite in città più sicure, oppure una copa itinerante tra vari paesi ospitanti (naturalmente free Covid), ma è ancora presto per saperlo. Sarebbe irreale sbarcare in Europa per completare la Libertadores? Quasi inverosimile, ma date le recenti decisioni prese dalla Conmebol non ci stupiremmo di certo se si decidesse, per necessità, di percorrere questa strada.

La data stilata dalla Conmebol c’è ed è chiaro segnale. Si cerca di tornare alla vita normale e già questa sarebbe una grande vittoria, ma tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia nei vari Paesi. E sopratutto dalle decisoni che verranno prese dai vari governi, Argentina inclusa.


calcioargentino.it

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