Carlitos Tevez è ufficialmente un giocatore libero dopo che il suo contratto è scaduto il 30 giugno scorso. Sono in corso trattative col Boca, ma per il rinnovo è più difficile di quanto si possa pensare.
CONTRATTO Il contratto di Carlos Tevez al Boca Juniors è scaduto a fine giugno. Prima del termine il giocatore lascia intendere il suo desiderio di continuare ancora per poi ritirarsi nella squadra amata, pensiero abbastanza logico dato che Carlitos ne è capitano e bandiera da una vita. Ma forse il suo cognome è diventato un po’ troppo pesante in società e qualcuno gli vuole ‘fare le scarpe’. D’altronde è una situazione abbastanza usuale anche dalle nostre parti (Totti/De Rossi).
EX JUGADOR Un giorno Raúl Cascini e il ‘patron’ Jorge Bermúdez, due vecchie glorie del Boca nonché membri del ‘consejo de fútbol’ del Boca (di cui il capo è il vicepresidente Riquelme), alzano un polverone con delle dichiazioni shockanti: “Tevez è ormai un ex giocatore” dicono. I due sono dirigenti del club e quelle parole fanno il giro del Paese mettendo a rischio le trattative di rinnovo.
Subito Carlitos appare infastidito ma lascia correre. Rilascia un’intervista a una radio nazionale dove esprime la sua disponibilità a rinnovare il suo legame al Boca per altri sei mesi, fino a dicembre con un opzione per altri sei, con stipendio abbassato e devoluto totalmente in solidarietà. In fondo l’Apache vuole terminare la carriera al Boca e dare la caccia alla séptima, quella Copa Libertadores che tanto manca alla prestigiosa bacheca del club. “Ma pretendo rispetto” dice riferendosi ai due, ma non nominandoli.
INFILTRATO Finita qui? Qualche giorno dopo Bermúdez nel suo profilo Twitter posta un link che rimanda a un articolo dai toni non troppo pacati. Si legge: “Por qué Carlitos se aventuró a meterse en terrenos de política justo cuando está intercambiando números por su renovación?” E ancora:” ¿Será que Angelici piensa en Tevez como su figura política para las próximas elecciones?” Col gran finale: “Non si possono accettare le bugie di Tevez per rispetto ai socios e tifosi.”
Parole pesanti. Per Bermúdez e Cascini Carlos Tevez sarebbe un infiltrato di Angelici, l’ex presidente che lavorerebbe sottotraccia per far avanzare la pedina Apache alla presidenza nelle prossime elezioni del club, con lo scopo di tornare in dirigenza, magari con Macri, essendo logicamente Tevez macrista.
Naturalmente tutte queste teorie complottistiche non hanno alcuna base, nè fondamento, ma tanto bastano per fratturare la dirigenza. Nel frattempo il Boca boccia la proposta di rinnovo di sei mesi voluta da Carlitos. La società vuole un contratto per almeno un altro anno. Cioè, prima gli fanno guerra e poi gli vogliono allungare ulteriormente il contratto(!). E se questa già appare come una situazione paradossale, per riuscire a renderla ancora più surreale interviene in difesa del giocatore il suo ex allenatore, quell’Alfaro che faceva fatica a vederlo quando doveva scegliere gli 11 titolari.
ALFARO Parla el Lechuga: “Carlos si è guadagnato il diritto di rinnovare per quello che ha dimostrato, difendendo la camiseta, ogniqualvolta ce ne è stato bisogno. È irrispettoso per la sua carriera definirlo ex giocatore” Ed è curioso, come già detto, che sia proprio Alfaro a difenderlo nonostante il rapporto tra i due fosse spesso teso. Come quando lo stesso Tevez, negli ultimi giorni del tecnico al Boca, di lamentava così dell’allenatore (17 dicembre 2019): “Alfaro mi diceva che ero la sua bandiera e capitano. Ci sono volute due partite per lasciarmi in panchina. Così diventa difficile. Contro il River è stata l’unica volta che ho fatto la ‘faccia da culo’. Ho pensato: Quanto male devo aver giocato perché mi preferisca Soldano?.”
Quindi ricapitolando, abbiamo capito bene? Tevez vuole rinnovare, due ex giocatori (loro si) nella dirigenza senza un briciolo di prova lo accusano di fare il doppio gioco e a difenderlo c’è quell’Alfaro tanto criticato da Carlitos. Siamo in Argentina in fondo, è del tutto normale.
SAN LORENZO Nel frattempo Riquelme, colui che ha l’ultima parola non proferisce parola. Neanche una. Lui che quando venne eletto vicepresidente si prodigò personalmente al rinnovo (semestrale) di Tevez, è rimasto in silenzio decidendo di non sbilanciarsi. E poi l’ultima bomba: È notizia recentissima di radiomercato che Marcelo Tinelli, presidente del San Lorenzo (e della liga profesional) ha provato a fare il colpo gobbo, cercando di approfittare dell’occasione per portarsi l’Apache a Boedo.
RIQUELME? Colpi di scena dunque a ripetizione per un rinnovo che doveva essere abbastanza scontato. La dirigenza xeneize appare disorientata, una vera giungla sperando che ‘El Mudo’ riesca, anche con poche parole, a ristabilire una sorta di ordine. Ma da questa vicenda non ne esce bene nè lui nè il club. Tevez è l’ultima bandiera dei tifosi e del club, ha grandi meriti nella storia xeneize e per la conquista dell’ultimo titolo davanti al River e riesce a fare ancora la differenza in campo. Ora sul piatto Carlitos ha il rinnovo, ma il giocatore ha preso tempo per decidere. Deve capire meglio la situazione e non è detto che sia così ovvia. Probabilmente rinnoverà, ma alle sue condizioni e non è escluso che pretenda che qualcuno faccia un passo indietro. È questo che sta aspettando l’Apache?
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