0 5 minuti 3 anni

Nella notte un brutto Boca si salva nel finale con una magia di Cardona, mentre un pigro River si fa rimontare con l’uomo in più.

BOCA. La salvezza ha il nome di Edwin Cardona. Nella gara contro il Lobo il Boca empata l’incontro all’87’ in una partita deludente agli occhi del tifoso azul oro. Si rivedono gli spettri di qualche settimana fa, quando a fronte del doppio confronto Libertadores, inaccettabile dal punto di vista dell’impegno e del gioco, la squadra veniva giustamente sconfitta ed eliminata dal Santos.

D’accordo, sarà la prima giornata del nuovo semestre, le gambe ancora saranno dure e inadatte per i 90′ (resterebbe il dubbio di come abbia fatto a giocare meglio il Lobo nelle stesse condizioni), ma bisognerà migliorare in fretta a partire dalla fase difensiva, relegando in panchina quel Zambrano stanotte autentica disgrazia nei due gol subiti e continuando il discorso con i due esterni, Fabra (stucchevole un tacco in una situazione di disequilibro tattico) e Jara, inadatti, probabilmente, a giocare in una qualsiasi squadra de Primera. A centrocampo Varela è ammirevole nel suo impegno di impostare e a rubar palloni, ma con Campuzano out per la forma fisica ancora precaria e Capaldo unica alternativa, sarebbe forse il caso di rituffarsi sul mercato prima della chiusura di giovedì prossimo. Capendo poi cosa farne di Mr. 25 milioni, quel Agustín Almendra sempre più prigioniero dei suoi demoni. E sarebbe bene fare una seria riflessione anche sul modulo. Ha senso continuare col double 5 dopo le ultime figuracce in serie?

E vogliamo parlare del famoso nove? Che Dio ce ne scampi. Con Soldano in panchina (e meno male) e Abila indisponibile, è Zarate che deve assoldare l’ingrato compito. Il problema è che lui non è un nove e neanche fa finta di essere un falso nueve. Troppo discontinuo: appare, scompare, riappare, finendo con l’infortunarsi nel cercare goffamente di arrivare su un pallone. E’ in queste occasioni che certi giocatori dovrebbero rendersi conto delle dichiarazioni che rilasciano. Prima l’impegno e poi le entrevistas.

Dicevamo, è il centravanti la priorità maggiore che la dirigenza dovrà affrontare: avere un nove (affidabile) de jerarquía, che quanto meno sbrogli la matassa nei momenti di magra. A Cardona poi, dovrebbero fargli un monumento date le sue ultime prestazioni sempre geniali, inclusa la perla del calcio di punizione che regala il pareggio quasi al 90’. E vogliamo parlare anche del perchè Edwin non abbia giocato la determinante semifinale di ritorno col Santos? Non ne usciremmo vivi.

Se il Boca in qualche modo, ma con tanta tanta fatica (a proposito, grandissima partita di Cavallaro e Alemán nel lobo, con quest’ultimo alla terza marcatura al Boca) riesce a ottenere un punto, peggio va al River che torna addirittura a bocca asciutta a Nuñez.

RIVER. Brutta partita della Banda? Ni. Nel senso che la squadra preme fin da subito, ottiene una quantità infinita di angoli, subisce ma rimane con l’uomo in più per tutto il secondo tempo, passa in vantaggio dopo 10’ nella ripresa ma poi clamorosamente si spegne. L’Estudiantes ha il merito di crederci e sfruttare il punto debole conclamato del River: le palle alte in area. È da qui che nasce il pareggio con un spizzata di Leandro Diaz che in area che serve l’omonimo Mauro Diaz (ex che non esulta), che abilmente trafigge con un diagonale Armani. Ed ancora con un colpo di testa che arriva al 96’ l’insperata vittoria. Palla dentro e testa di Noguera per il gol da tre punti. Sembra più un problema di testa quello del River a livello mentale ..e a livello letterale. Arriveranno nuovi difensori e questo per Gallardo è di grande conforto, considerando la pochezza tecnica di Rojas e Diaz e la mancanza di attuali valide alternative (come pesa la mancanza di Martinez Quarta!).

Una nota a parte la merita Ricardo Zielinski. El ruso (denominato da ieri vacuna rusa – vaccino russo) quando vede il River vede sangue. E’ lui l’artefice della storica retrocessione in B della Banda, è lui l’autore di eliminazioni eccellenti in Copa Argentina con L’Atletico Tucuman ed è sempre lui che ha negato il titolo de Primera l’anno scorso vincendo nell’ultima drammatica giornata di Campionato. Il punto debole di Marcelo, la kriptonite del River. Da ieri, letale pure in Dieci.


calcioargentino.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libertadores