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Secondo pronostico e secondo il buon senso la sfida di Rosario doveva essere un trionfo annunciato. Quello del Rosario Central. L’Huracán era infatti chiamato ad una settimana fisicamente logorante, arrivando all’appuntamento con il fiatone e solo con un paio di allenamenti dedicati. Per capire meglio l’impresa del Globo al Gigante de Arroyito bisogna riavvolgere il nastro.

AGENDA INTASATA. Lunedì 12 maggio l’Huracán, già reduce dell’impegno infrasettimanale di Copa Sudamericana di tre giorni prima nella vittoriosa trasferta di Montevideo contro il Racing Boston, incontra e sconfigge negli ottavi di Torneo Apertura il Deportivo Riestra per 3-2 in una gara altamente spettacolare. Due giorni dopo, mercoledì 14, il Globo deve viaggiare quasi sette ore in aereo per coprire i 3500 km di distanza tra Buenos Aires e Colombia, per giocare la quinta giornata di Copa Sudamericana. Nei mille metri di Cali la squadra argentina gioca una partita da applausi per impegno e concentrazione, e conquista un punto prezioso che permette di staccare il pass degli ottavi di Copa da capolista. La delegazione quemera ritorna solo all’alba di giovedì all’aeroporto di Ezeiza, sfruttando il giovedì, giorno libero messo a disposizione dello staff tecnico. La ripresa degli allenamenti è infatti prevista per venerdì, primo giorno utile per pensare al prossimo avversario Rosario Central nella sfida dei quarti di finale del Torneo Apertura, prevista appena due giorni dopo, domenica 18 a Rosario.

CONTRO TUTTO E TUTTI. Inutile il tentativo da parte della dirigenza del Globo di posticipare presso la Liga Profesional de Futbol la gara dati gli impegni troppo ravvicinati. Il Central si oppone allo slittamento di data e l’Huracán è obbligato a presentarsi al Gigante de Arroyito alla data prestabilita, pena la sconfitta a tavolino. Il Globo si ritrova dunque a giocare contro il Canalla di Rosario, che può preparare in tutta tranquillità, per tutta la settimana, la gara, perchè il Central quest’anno non gioca le Copas. Per pensarla (ancor più) in maniera complottistica, viene designato l’arbitro Pablo Echavarría, protagonista e carnefice del Globo in varie situazioni poco chiare (dal Riestra, al Barracas, passando anche per il Clasico de Barrio contro il San Lorenzo, giusto per citarne alcune). Insomma, sembra tutto pronto per dare il benservito, su tutti i fronti istituzionali, all’Huracán. Impossibile battere il Rosario Central, riposato e a proprio agio nell’inferno casalingo del Gigante de Arroyito, si pensa.

CLAMOROSO AL GIGANTE. Quattro partite in dieci giorni: difficile avvertire sensazioni positive per una gara così importante, in coda ad un calendario così penalizzante. Ed invece avviene l’impensabile. La squadra di Kudelka, nonostante i pochi allenamenti e le scorie di acido lattico ancora presenti nei muscoli dei giocatori, riesce a scrivere una nuova pagina del manuale del coraggio, affrontando a viso aperto e senza paura il ben più riposato avversario. Ne esce fuori un autentico partidazo dove la squadra quemera raschia a fondo il barile dell’appartenenza alla camiseta, raggiungendo così il clamoroso obiettivo della qualificazione alle semifinali del Torneo Apertura. Contro tutto e contro tutti.

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