Dopo diciotto lunghi anni il campione torna a casa tra lacrime di commozione e grande senso di appartenenza. Se poi il giocatore in questione risponde al nome di Angel Di Maria allora le emozioni sono doppie in una conferenza stampa tutto cuore, senso distintivo del ‘fideo’ nella tipica esultanza ad ogni gol.
Sì è consumata ieri nella sala conferenze del Gigante de Arroyito la presentazione ufficiale di Angel Di Maria, di nuovo ‘canalla’ dopo le esperienze europee e il cammino indimenticabile in Selección.

“Finalmente sono qui, sono molto contento di aver fatto questa scelta”, rivela con gli occhi lucidi Angel, uno che si sente più a suo agio sul campo che seduto davanti a un microfono. “Il ritorno al Central è sempre stato nei miei pensieri. Volevo ritirarmi con questa camiseta; anche se in questo momento non penso al ritiro, solo a giocare ed essere felice. L’idea di tornare l’ho avuta l’anno scorso. Con mia moglie, che è colei che mi sostiene sempre e prima mia tifosa, abbiamo concordato di rimanere in Europa per un altro anno e, con il passare dei mesi, ho iniziato a pensare di nuovo al ritorno.. Il sogno di tornare c’era, l’ho realizzato e il prossimo passo è diventare campione, l’unica cosa che ancora mi manca”.

“Reindossare questa maglia, far parte di nuovo del Central era, ed è qualcosa che sognavo. Oggi mi son allenato per la prima volta e mi guardavo intorno incredulo di essere di nuovo lì. È stato come quando sono arrivato in Prima Divisione, ho sentito quella scarica di adrenalina.”
“Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto, compresa questa tappa: tornare a casa dopo così tanto tempo è qualcosa di molto speciale. Poter tornare a vivere a Rosario, indossare la maglia del Central e rendere felici i tifosi per me è tutto. La mia idea è ritirarmi qui. Poi vedremo quando. Per ora penso solo a scendere in campo. Mi sento bene, al meglio. Credo di averlo dimostrato al Mondiale per Club”.
Un campione genuino, semplice, amato da tutti i tifosi argentini, grazie anche alle imprese in Selección, ritorna nel club dove tutto nacque. Un atto di coraggio che gli va riconosciuto per la mediocrità che il fútbol argentino attualmente esprime e per la decisione di far crescere le proprie figlie in una citta socialmente difficile come quella di Rosario. Exitos, campeón!
