
Risultati alla mano per River e Boca è stato un torneo deludente. Ma mentre per la squadra di Gallardo c’erano buone speranze di passare il turno, per il Boca, senza nessuna aspettativa dopo sei mesi di agonia sul piano delle prestazioni, c’è la sensazione di esser riusciti a vedere la luce dopo il lungo tunnel. Grazie al Dt Miguel Russo, arrivato al timone della nave xeneize pochi giorni prima dell’esordio a Miami.
River Plate

La sintesi del Mondiale della Banda di Nuñez è da definirsi disastrosa. Inizia bene la competizione il River con la vittoria per 3-1 contro i giapponesi dell’Urawa ma poi nella partita decisiva contro il Monterrey stecca clamorosamente con un pareggio che sa di sconfitta. Occasione sciupata. Proprio i messicani, gli avversari per la qualificazione al secondo posto qualificazione, fermano 0-0 l’Inter e poi asfaltano la squadra giapponese, mandano tanti saluti alla squadra argentina. Sorteggiato in un girone abbordabile la squadra di Gallardo delude una volta in più, riuscendo a complicarsi contro la vita contro il Monterrey e tornando a casa con un pugno di mosche. Non basta la sola esplosione di Mastantuono, l’arrivo di Gallardo, undici mesi fa, doveva riportare in auge una squadra, provata dall’esperienza traumatica di Demichelis, cercando di alzare al cielo almeno un trofeo. Ebbene, dopo undici mesi si è a punto a capo. Con 50 milioni spesi nel mercato di gennaio, recuperati parzialmente (in tre rate) dalla vendita di Mastantuono al Real, la sensazione che attanaglia i tifosi è che si poteva fare di più, per l’ennesima volta. Ora avanti col prossimo obiettivo del club: andare il più avanti possibile in Libertadores. Magari, investendo nel reparto offensivo, perchè dopo Driussi, subito out dopo la prima partita, c’è il nulla cosmico.
Boca Juniors

Discorso diverso per il Boca. Atteso in un girone a dir poco infernale, la squadra xeneize sorprende la squadra portoghese del Benfica andando in vantaggio 2-0 nella prima parte della partita d’esordio. Nella ripresa la remuntada di Di Maria e compagni spegne l’entusiasmo degli oltre 60.000 tifosi arrivati a Miami, ma la squadra fa un’ottima impressione rispetto alle opache prove di Libertadores e Torneo Apertura del primo semestre, mostrando (finalmente) grande dignità e coraggio in campo anche contro il Bayern di Monaco. Solo il gol di Olise a cinque minuti dal termine spegne le speranze al popolo bostero. Di lì svanisce la speranza degli ottavi e il Boca alla terza e ultima gara delude contro la squadra semiprofessionista dell’Aukland, che fa tornare sulla terra i tifosi. È in definita lo stesso risultato del River ma qui bisogna considerare una grande attenuante per i bosteros: il debutto ufficiale di Miguel Russo in panchina. L’arrivo dell’ex allenatore del San Lorenzo, pochi giorni prima del debutto officiale, dà la scossa sperata, facendo giocare la squadra con armi pari contro squadre europee ben più blasonate. Nessuno alla vigilia si aspettava la qualificazione agli ottavi ma un atteggiamento e una prestazione meno umiliante possibile. Che è quello che si avvertito in questo mini torneo. Aukland a parte, il cammino verso la rinascita sembre avviato. Ed ora Riquelme dovrà coraggiosamente depennare alcuni senatori, impresentabili ormai per la prossima stagione, a cominciare da Marcos Rojo e terminando per l’amato Cavani: il matador, nonostante i costanti proclami d’amore verso i colori azul y oro non ha fatto la differenza che si aspettava ed è ora forse di pensare oltre. Magari facendo scegliere il mercato a chi guidò per l’ultima volta il Xeneize sul tetto del Sudamerica.