Ancora River da dimenticare, ancora una sconfitta interna allo stadio Monumental per una squadra che a una settimana dall’attesissimo Superclásico col Boca conferma il suo pessimo stato psicofisico. Non bastano i nuovi propositi. Il River non riesce a rialzarsi dalla crisi stagionale, conclamata dalla shockante eliminazione in semifinale di Copa Argentina per opera dell’Independiente de Rivadavia e continua a non mostrare segni di reazione. A esultare al Monumental dopo esattamente venti anni di attesa è il modesto Gimnasia La Plata che rovina i piani al Millonario, dopo la festa elettorale degli ultimi giorni con l’elezione di Di Carlo come presidente, e grazie al rigore del ‘chelo‘ Torres rialza la testa dopo il Clásico perso contro l’Estudiantes della settimana scorsa.
River, si diceva, non pervenuto. Incapace di imprimere il proprio gioco, in affanno a livello difensivo, la squadra di Gallardo fatica enormemente a farsi pericolosa negli ultimi sedici metri, e quando ci riesce, manca la cattiveria e la precisione per finalizzare a rete. Al contrario del Gimnasia, che in piena lotta retrocessione mostra organizzazione di gruppo e carattere nella prima frazione di gioco.
La ripresa scombina i piani del Millo. La spinta in area di Portillo su Merlini richiede la revisione VAR prima dell’assegnazione del calcio di rigore da parte dell’arbitro Arasa. Torres spiazza Armani per l’inatteso 0-1 e dagli spalti parte l’ennesima contestazione con cori inequivocabili. Gallardo rischia allora il tutto per tutto e manda dentro in un colpo solo Lencina, Meza e Borja per stimolare lo sterile attacco, fino ad allora preda della difesa del Lobo.
La squadra di casa inizia allora a spingere con cross dalla sinistra e azioni individuali, ma si percepisce la mancanza di movimento collettivo nelle azioni offensive. Fino in pieno recupero, quando un contatto in area di Gaston Suso su Martinez Quarta induce Arasa a decretare il calcio di rigore. Sembra allora che il River possa salvarsi dalla sconfitta ma lo ‘sciagurato’ Borja sciupa ancora dagli undici metri, replicando l’errore dal dischetto in Copa Argentina. Il fischio finale introduce i fischi dei tifosi che sommergono la squadra al ritorno negli spogliatoi, invitando i giocatori a tirare fuori gli attributi in vista della Clasicisima. Gallardo, visibilmente furioso, non si presenta in sala stampa e il clima non fa che arroventarsi a sette giorni dalla sfida col Boca alla Bombonera. Che in caso di nuova debacle, potrebbe far precipitare inesorabilmente gli eventi.
