
Dopo le cadute di Gimnasia, Estudiantes e Rosario Central la Copa Argentina miete un’altra vittima illustre: il Platense. Nei sedicesimi di finale l’Independiente RIvadavia, piccola realtà di Mendoza e neopromossa in Primera, elimina il Platense campeon e si qualifica agli ottavi di finale. La Copa più imprevedibile dell’intero panorama calcistico argentino non si smentisce ed è fatale all’ultimo campione del Torneo Apertura, che deve piegarsi al verdetto dei calci di rigore. Protagonista è la Lepra di Mendoza che si porta in vantaggio in meno di dieci minuti grazie al rigore procurato e trasformato dall’ex Boca, Sebastian Villa. Ma prima dell’intervallo, ecco il pareggio: la girata di Leonel Picco, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, regala il pari alla squadra diretta dal nuovo allenatore (dopo le discusse dimissione della coppia vincente Orsi-Gomez), Kily Gonzalez.
La gara è frizzante e la ripresa rispecchia alla perfezione l’andamento del primo tempo. Ci si aspetta la scossa decisiva del Platense, ma è ancora il Rivadavia a portarsi di nuovo avanti nel punteggio, questa volta con un preciso colpo di testa di Retamar, che non lascia scampo al portiere Juan Pablo Cozzani. Il Calamar non ci sta e inizia a premere con maggior insistenza, ritrovando l’equilibrio con un rigore trasformato da Maneiro al 77′ per una trattenuta in area del difensore Cardillo. Si arriva quindi al 90′ e saranno i calci di rigore a decretare che l’Independiente Rivadavia proseguirà nella competizione e giocherà contro il sorprendente Central Cordoba di Rosario negli ottavi di finale. Decisivo il portiere Ezequiel Centurión, che neutralizza le definizioni di Ignacio Vázquez e Mainero dagli undici metri e regala la storica qualificazione. ‘Prima’ da dimenticare per il neo Dt Kily Gonzalez; l’ultimo campione del futbol argentino esce a testa bassa dal neutro del Coloso Bielsa e deve arrendersi di fronte all’impresa del piccolo Rivadavia.