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Le storie della presidenza di Victor Blanco e di Diego Milito, suo sfidante e probabilissimo
vincitore alle prossime elezioni che si terranno a Dicembre di quest’anno per la poltrona di presidente del Racing Club, sono legate a doppio filo in campo e fuori e il fatto che due uomini che hanno fatto la storia recente del club siano avversari alla resa dei conti sembra un epilogo uscito da una sceneggiatura.

1a parte

2014. Blanco è uno dei presidenti più vincenti della storia del Racing eppure le ombre sui suoi 10 anni in carica sono tante quante le luci. Il nativo della Galizia diventa presidente nel 2014 e indovina subito le mosse giuste. Assume Reinaldo Merlo, eroe del titolo del 2001, come allenatore e arriva la salvezza grazie ai 30 punti raccolti dall’Academia. Merlo lascia a fine stagione e Blanco porta in albiceleste Diego Cocca come allenatore ma sopratutto Diego Alberto Milito come giocatore. L’operazione è un autentico trionfo e infatti il Racing torna campione nel Torneo Transicion 2014, ben 13 anni dopo l’ultimo titolo.

Sembra l’inizio di qualcosa di grande ma il club non riesce ad affermarsi come al vertice del calcio argentino e col ritiro di Milito nel 2016 il sogno si spezza e la prima fase della presidenza Blanco si chiude con la grande gioia del titolo, ma un po’ di amarezza per le difficili annate successive. Nel 2017 Blanco viene riconfermato presidente e dopo aver cambiato in due anni tre allenatori (Sava, Ubeda e Zielinski), si risolve a richiamare Cocca sperando di rinverdire i fasti di soli tre anni prima. Le aspettative sono altissime e i ricordi dolci ma il piano naufraga in fretta tra decisioni tecniche sgradite alla dirigenza, litigi e dissidi interni sommati alla disastrosa eliminazione ai quarti della Sudamericana 2017. Blanco sa che deve dare un segnale fortissimo ad un ambiente che vive di una passione viscerale e totalizzante che però porta in fretta ad ira e contestazione


2018. Il segnale non tarda ad arrivare e nel gennaio del 2018 Blanco presenta il nuovo Direttore Sportivo del glorioso club di Avellaneda: Diego Alberto Milito. L’impatto del Principe de Bernal è immediato e quasi miracoloso. Grazie a lui arriva sulla panchina del Primer Grande, Edoardo Coudet e alla sua guida vengono affidati giocatori cardine del rilancio del Racing come Donatti, Nery Dominguez e Leo Sigali oltre a due figli di Avellaneda come Centuriòn e Gustavo “Pantera” Bou. Il momento per il Club è magico e nel 2019 torna nel pieno possesso del Predio Tita Manussi, storica sede tecnica del club.

Con Coudet in panchina, Lisandro Lopez nel frattempo tornato al club che lo ha lanciato come leader in campo, e Milito DS, Blanco viene di nuovo acclamato come Presidente nel Marzo 2019 e il Racing diventa campione per la seconda volta sotto la sua presidenza, rendendolo primo presidente a vincere due titolo nazionali da quando, nel 2008, si chiuse la burrascosa parentesi che vide il club dapprima fallire e poi diventare una Sociedad Anonima. Il lavoro di Blanco viene riconosciuto anche con dei premi e il club sembra ora davvero avviato ad una ciclo glorioso in Argentina e nel Sudamerica. Purtoppo, ancora una volta, quando l’ultimo gradino sta per essere salito, tutto crolla.


A novembre el Chacho Coudet scatena un terremoto facendo sapere che non avrebbe continuato come allenatore del club. Il Racing si apprestava ad affrontare la Superliga e la Libertadores senza una guida tecnica. I giorni sono frenetici e qualcosa tra Blanco e Milito si rompe. Il 14 dicembre 2019 Coudet vince il Trofeo de Campeones nella sua ultima partita in carica e viene annunciato dal Presidente il suo successore: Sebastian Beccacece. Poco dopo questo annuncio Diego Alberto Milito, l’idolo del Cilindro, lascia il club in aperto contrasto col Presidente Blanco e con Adrián Fernández, potentissimo dirigente del Racing.

L’ambiente è molto scosso da questo abbandono ma tutto sommato il momento è talmente florido che l’ambiente sembra incassare benissimo il colpo e infatti Blanco vince senza problemi le elezioni del 2020 con il 70% dei consensi. Questo plebiscito ne fa uno dei presidenti più longevi e vincenti della storia dell’Academia. La gestione Beccacece purtoppo, invece di essere quella della consacrazione del Racing, è un fallimento. Pessimi risultati, sconfitta contro il Boca in Libertadores e ancora dissidi con Adrián Fernández fanno naufragare il progetto e il Primer Grande è costretto ancora una volta a ripartire dopo l’abbandono di Beccacece.

Lunedì 11 gennaio 2021 inizia probabilmente il piano inclinato che porta alla candidatura alla Presidenza di Diego Milito. In quella data viene presentato Rubén Oscar Capria, suo successore come Direttore Sportivo e di conseguenza Juan Antonio Pizzi come allenatore. Le cose vanno male da subito e la sconfitta patita contro il River per 5-0 nella partita che assegnava la Supercoppa 2019 scatena, anche sui social, la rivolta del tifosi che questa volta prendono di mira personalmente anche Adrián “Oso” Fernández, l’uomo ritenuto responsabile di tutto ciò che è andato male nelle ultime stagioni. Pizzi si barcamena alla guida di una squadra ben lontana da quella che vinse il titolo fino ad agosto quando la sconfitta contro l’Independiente gli costa il posto. Capria sceglie di richiamare Ubeda gettandolo in una situazione molto più grande di lui. Inizierà da qui il declino inesorabile della gestione Blanco.

1 – continua

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