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È un Tato a ruota libera quello che abbiamo avuto l’onore di intervistare in esclusiva. Siamo tornati indietro a quel maledetto 24 novembre 2018, il giorno in cui si doveva giocare la superfinal de America, il ritorno della Libertadores al Monumental.

Caro Tato, possiamo solo immaginare cosa significhi quel terribile giorno per te, come professionista e come uomo legato allo sport, quindi ci scusiamo in anticipo se rinvanghiamo in te ricordi scomodi e dolorosi.

Leandro ‘Tato’ Aguilera

Superfinal de America, ritorno. Si sentiva una particolare pressione quel giorno? C’erano avvisaglie nell’aria della violenza che sarebbe poi degenerata?

Fu un momento davvero difficile, strano. Passai in anticipo nel posto dove fu poi ‘lapidato’ l’autobus all’incirca alle 15:00, mentre l’autobus della delegazine del Boca attraversò la zona alle 17. E già c’era un’atmosfera piuttosto pesante per i tanti tifosi e per la poca presenza della polizia. Che poi giustamente, degenerò nello sfondamento dei finestrini dell’autobus, con tanti giocatori del Boca vittime di tagli, colpi e irritazioni. Perché gettarono anche un gas lacrimogeno all’interno del bus .. fu terribile. Fu un’esperienza molto traumatica e ora che ne parlo, mi ritornano in mente quei momenti, perché anch’io ero vicino allo spogliatoio quando i giocatori arrivarono. Fu una cosa davvero da non credere, persino imbarazzante, per tutti noi che seguiamo da vicino il fútbol.

Com’era la vigilia tra i tifosi del Boca? C’era più preoccupazione o fiducia?

C’era fiducia nel Boca Juniors di recuperare la serie. C’era fiducia di vincere sul campo del River, ma quando fu tutto finito (partita rinviata ndr) e i giocatori del Boca uscirono, la situazione era del tutto diversa. I giocatori del Boca dicevano “Vabbè, date la Copa al River senza giocare.” Ricordo Tevez e Benedetto che dicevano di essere arrabbiati per non giocare, condannando l’aggressività subìta da tutta la squadra arrivando allo stadio del River. Fu un vergogna mondiale ciò che successe.

C’erano solo tifosi del River e ovviamente non c’erano ‘hinchas’ del Boca al Monumental. Più tardi a Madrid i tifosi di Boca e River si comportarono da gentiluomini, si incontravano per le strade di Madrid e non si dicevano nulla, qui in Argentina si sarebbero sicuramente aggrediti fisicamente o verbalmente. E’ anche una questione di leggi che lì si rispettano molto di più.

24 novembre. Con quali sentimenti ti sei svegliato quella mattina?

Sono un giornalista e tifoso del Boca, quindi ovviamente quel 24 novembre mi sono alzato teso, emozionato. Ovviamente questo era il tipo di situazione ti portava al nervosismo.

Sei sempre equilibrato nelle trasmissioni che fai, come riesci a separare il professionista dal tifoso che è dentro di te?

Cerco di essere coerente, soprattutto perché con questa coerenza, la mia opinione e il mio modo di essere non prevalga sulla passione di essere tifoso del club, che è la cosa più difficile. Cerco sempre di allontanarmi dal sentimento del tifo in modo che le mie opinioni siano sempre equilibrate.

Puerto Madero.
Il Boca scende dall’hotel e si dirige col micro al Monumental in un enorme Banderazo dei tifosi xeneizes. Tu eri lì? Che ricordo hai di tanto entusiasmo?

Ero alla Previa della partita, stavo ‘coprendo’ l’evento dalla mattina fino a quando sono andato allo stadio per accogliere la squadra, così com’è poi avvenuto. Fu impressionante il numero dei tifosi del Boca che erano all’hotel a sostenere la squadra, con i giocatori che uscivano dalle finestre salutando. Fu un momento indimenticabile per il supporto dei tifosi ai loro giocatori, che stavano andando a difendere lacamiseta’ sul campo del River.

Il Pullman Boca alla curva Quinteros viene colpito da pietre lanciate da tifosi River e con difficoltà riesce ad entrare al Monumental tra i gas pimienta. Come hai reagito?

Stavo facendo la trasmissione per la radio e la televisione e appena mi sono accorto che arrivava l’autobus allo stadio -perché non ero proprio in quell’angolo in cui si verificò l’aggressione al bus Boca-, vedo il pullman che arriva con i finestrini rotti. Quindi inizio a correre verso l’anillo (Monumental ndr) e vedo giocatori e dirigenti che URLANO e PIANGONO, eh bueno, era quello che stava succedendo.. Il Boca entrò nello spogliatoio in una situazione di grande nervosismo e anche di molta impotenza, continuando a insultare tutti perché c’era molta rabbia per quello che stava accadendo.

Al Monumental che clima c’era?

Il clima era piuttosto teso, delicato. Ricordo che c’erano molte persone senza biglietto, che volevano entrare lo stesso. Noi nella previa avevamo già detto alla radio e nel canale che c’era gente che forzava i tornelli e molti tifosi che correvano dentro senza controllo all’interno del Monumental e sugli spalti. C’era già un’atmosfera infelice e non molto festosa per giocare una partita di calcio. Non c’era un minimo di ordine, sia fuori che dentro allo stadio.

È stata la situazione più surreale della tua carriera? Hai avuto paura?

Fu davvero una delle situazioni più surreali nella mia carriera. Sì, ho avuto paura, come mi è successo di aver paura in altre occasioni di fronte a tali circostanze vissute, osservate e riportate.

Giocatori che vomitavano per il gas pimienta lanciato dalla polizia, lesione all’occhio di Pablo Perez per le pietre lanciate dai tifosi River… perché la partita non si sospese come nel 2015?

Mi è sembrato che la partita non si voleva sospendere, portandola poi a Madrid, perché erano presenti nello stadio Infantino il presidente della FIFA e Dominguez, il presidente CONMEBOL. Era un’immagine che non volevano dare al mondo, anche perché quella era la finale e non volevano che mancasse la gara di ritorno. Però per me, fu assolutamente ingiusto far giocare quella partita, perché vidi i giocatori come arrivarono, come erano, come li hanno umiliati fisicamente. Non si trattava più di futbol. Sono entrati (nello spogliatoio ndr) i delegati della CONMEBOL e volevano costringere i giocatori a giocare. Non erano minimamente interessati alle persone che avevano tagli negli occhi, sulla fronte, vomitando per lo spray al peperoncino e per quello che gli avevano tirato … questa è una notizia che mi venne riferita da chie era presente negli spogliatoi. Mi vergognai molto.

Che idea ti sei fatto? Colpa del River o della polizia?

Il River ha avuto le sue colpe, come la sicurezza. Colpa del River, perché erano tifosi del River quelli chelanciarono pietre e quant’altro sull’autobus Boca.. si poteva finire in tragedia. È colpa anche della sicurezza perché l’operazione fu un totale fallimento.. Inoltre, da quello che mi dissero i membri della delegazione Boca, i tifosi continuarono con il lancio delle pietre anche dopo la famosa curva. Sì, penso che i responsabili siano stati il River Plate e la polizia.

Quanto è stato importante non avere il pubblico Boca visitante?

Ovviamente è stato molto importante, perché non so cosa sarebbe successo con i tifosi in trasferta, ma conoscendo lo stadio del River, il luogo in cui entra l’autobus, dove passa, tutto ciò è predisposto per le tifoserie ospiti, non sarebbe successo nulla, perché il percorso del bus sarebbe stato molto più protetto se fossero passati anche i tifosi Boca.

Si poteva avere più scontri tra i tifosi in una situazione di violenza, ma secondo me all’autobus non sarebbe accaduto nulla, poichè i tifosi in trasferta allo stadio del River entrano sempre da quella strada, di solito sgombra, attraverso Quinteros.

È stato giusto poi rigiocare la finale, e a Madrid?

Penso che non sia stato giusto riprogrammare la partita River-Boca a Madrid. In primo luogo perché è una partita che si sarebbe dovuta giocare qui in Argentina se ci fosse stata la possibilità di giocarci di nuovo. E direi anche che si poteva giocarla a porte chiuse, al Monumental. E poi perché mi è sembrato che lo spettacolo di Boca River si vendette al miglior offerente, decidendo tra loro (Conmebol e Fifa ndr) di portarlo a Madrid. Mi è sembrato totalmente ingiusto riprogrammare la finale giocandola a Madrid.

Tralasciando la Superfinal, cosa ci puoi dire sulla breve esperienza di Daniele de Rossi al Boca?

De Rossi ha lasciato una grande impressione in squadra e nei tifosi. Quello che è accaduto a Daniele è che ha giocato poco perché si infortunava spesso. Ma per me De Rossi avrebbe potuto lasciare un’altra immagine nel Boca Juniors. Fu una gradita esperienza che il calcio argentino si sia nutrito da un campione del mondo e da un giocatore come Daniele De Rossi in un’istituzione grande come Boca Jrs. E speriamo che queste esperienze accadano più spesso con calciatori che in Europa hanno vinto tanto, perché sicuramente quando lasceranno l’Argentina resteranno innamorati del nostro calcio.

Come vedi la situazione attuale sul futbol argentino (Covid-19) ?

Il calcio argentino è molto disorganizzato. Hanno cercato negli ultimi anni di dare un quadro organizzativo, avendo però dirigenti in gran parte poco responsabili nella loro guida. Adesso il momento attuale sta mettendo a nudo chi non aveva previsto una situazione simile, sta rivelando chi credeva che tutto si potesse rinnovare e magari con la vendita di qualche giocatore si potesse saldare debiti.

Credo che in questo contesto di COVID-19, essendo l’Argentina un paese così “futbolero” ci sia una sensazione di nostalgia per l’impossibilità di poter andare allo stadio, nel mio caso coprire una partita, del tifoso di andare a vederla… E’ questo che sta succedendo nel calcio argentino.

È vero che c’è il progetto di tornare a 30 squadre? Sei d’accordo?

Esiste un progetto di aggiungere squadre (in Primera ndr) da qui a due anni, di due in due, che porterà 28 squadre in Argentina. Non mi sembra però che sia una cosa buona perché l’Argentina era incamminata e destinata ad averne 20, così da rendere il torneo più competitivo. Pero bueno, gli interessi che derivano dalla sospensione delle retrocessioni per 2 anni e altre questioni porteranno l’Argentina entro il 2022 tornare ad avere 28 club nella Prima Divisione. A me non sembra che sia la strada più adatta.

Bombonera. Probabilmente lo stadio più affascinante del mondo. In Italia si discute se ampliarla o lasciarla intatta. Qual è il tuo pensiero?

La Bombonera è unica ed è come un tempio mondiale. Lo stadio del Boca sta per compiere 80 anni della sua costruzione, ora a maggio, ed è uno stadio che ha bisogno di un rimodellamento e ampliamento perché il Club ha più di 200 mila soci. Attualmente ha una capacità di 54/55 mila, espandendola, si arriverebbe a 80 mila e potrebbe far comodo al club avere più capacità. Penso che anche espandendola, rimarrebbe lo stesso lo stadio più bello del mondo. È molto pittoresco, come è anche molto pittoresco il quartiere di “La Boca“, è come un binomio. Ecco perché il tifoso del Boca si sente identificato con il suo quartiere, con il suo stadio e…ama la Bombonera.

Vedremo mai più il pubblico in trasferta al SuperClasico?

Penso che in Argentina ci siamo “involuzionati” su questo argomento, non abbiamo avuto più tifosi in trasferta nel torneo locale. Le prime partite che sono state giocate senza pubblico visitante sono state nel 2004 in Copa Libertores de America, nelle semifinali tra Boca e River. Lì la sicurezza decise di non autorizzare trasferte né sul campo del Boca né in quello del River. E così si adottò questa idea per più o meno 10 anni, abituandoci ora ad avere calcio solo con pubblico locale. È un peccato che non possiamo avere la possibilità di ricevere la tifoseria ospite come meriterebbe, soddisfando il bisogno del tifoso in trasferta.

Puoi dare un messaggio ai numerosissimi tifosi Boca in Italia?

I tifosi del Boca sono milioni in tutto il mondo e in Italia esiste un legame particolare essendo un club fondato da genovesi in un quartiere popolato da immigrati italiani. Tutto ciò genera un legame, gli italiani con il Boca Juniors e il Boca Juniors con gli italiani. Il messaggio che voglio dare è che continuino a godersi il club, la squadra da lontano e se possono qualche volta, prendere il biglietto, venire per qualche giorno a Buenos Aires e vedere una partita a La Bombonera.. sarà certamente un giorno indimenticabile nella loro vita!

Per il sito ci aiuta un ‘socio’ Boca (che è mendocino come te) a Buenos Aires, che parla italiano e ha una rubrica del Boca sul sito. E’ Lucas Alcaraz Migliorisi, ci ha aiutato per questa intervista, un ringraziamento va pure a lui.

Un grande abbraccio per Lucas Alcaraz Migliorisi, spero che stia bene e un abbraccio per tutti coloro che fanno parte del sito, continuando a svolgere il lavoro che state facendo!

Gracias Tato per la tua disponibilità, grande ‘periodista’ ma soprattutto grande uomo, ti vogliamo bene! Mucho éxitos, Te deseamos lo mejor!

(In collaborazione con Lucas Alcaraz Migliorisi)


calcioargentino.it

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